Il Fatto Quotidiano

Romeo chiamato da P. Chigi grazie a Tiziano e Russo

La novità emerge da un’informativ­a dei carabinier­i del Nucleo investigat­ivo di Napoli depositata dai pm Carrano e Woodcock

- » Vincenzo Iurillo e Antonio Massari

Il 13 aprile 2015 qualcuno della segreteria di Palazzo Chigi riceve il numero di telefono di un’utenza fissa. E in quel momento Matteo Renzi è il presidente del Consiglio. Il numero in questione è collegato agli uffici - il centralino – di Alfredo Romeo. Non sappiamo – soltanto i tabulati potranno dimostrarl­o – se da Palazzo Chigi qualcuno, dal 13 aprile in poi, chiamerà l’utenza legata a Romeo. E di certo finora nessun magistrato l’ha accertato. Non possiamo sapere se quel numero sia mai stato contattato da Matteo Renzi, mai coinvolto nell’inchiesta Consip, ma sappiamo che di certo, nell’ inchiesta in questione, è imputato per favoreggia­mento e per rivelazion­e un uomo che, in quel periodo, è il suo sottosegre­tario: Luca Lotti. E senza dubbio si tratta di una traccia molto importante. Vediamo perché.

Partiamo da questo elemento: il numero in questione, si legge negli altri di un’altra indagine, viene fornito a una donna, direttamen­te da Romeo, e secondo il gip di Napoli Mario Morra siamo dinanzi a uno “s tratagemma per parlare in maniera sicura”. Vediamo adesso come e quando questo numero entra nell’entourage di Palazzo Chigi. La notizia è riportata in un’informativ­a dei carabinier­i del nucleo investigat­ivo del comando provincial­e di Napoli. È stata depositata dai pm di Napoli Celeste Carrano ed Henry John Woodcock durante un’udienza preliminar­e a carico di Romeo, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti napoletani della sanità e dell’ospedale Cardarelli.

Sono trascorsi 18 mesi dal sequestro del cellulare di Carlo Russo e gli inquirenti campani del caso Consip devono ancora ultimare l’ascolto dei files audio “in quanto molto numerosi e presenti in ben quattro cartelle e non si riescono a individuar­e in maniera speditiva”. Di certo dalle chat sono però emersi questi due fatti inediti.

Uno degli uomini chiave del caso Consip, Carlo Russo, riesce infatti a entrare in contatto con Eleonora Chierichet­ti, segreteria di Palazzo Chigi – già allora impegnata alle dipendenze del futuro ministro Luca Lotti, in quel momento sottosegre­tario – grazie a un contatto offertogli dal padre dell’ex premier, Tiziano Renzi. Inoltre si scopre che proprio alla dottoressa Chierichet­ti il solito Russo invia il contatto di Alfredo Romeo, l’imprendito­re per il quale Russo – secondo le accuse della Procura di Roma – faceva pressioni in Consip.

Ma procediamo con ordine. Partendo proprio dalla telefonata del 10 aprile del 2015: Tiziano Renzi chiama Carlo Russo e – come è scritto negli atti – “comunicava a Russo il numero cellulare di Eleonora Chierichet­ti”. Si tratta di una persona molto vicina al “Giglio magico”: già collaborat­rice di Matteo Renzi ai tempi in cui era presidente della provincia e poi sindaco a Firenze. Quando Russo la contatta è incardinat­a, come abbiamo detto, a

Palazzo Chigi. L’amico di Tiziano Renzi, sempre il 10 aprile 2015, manda alla donna il seguente messaggio: “Eleonora buongiorno, scusa se ti disturbo. Posso chiamarti? Grazie, Carlo Russo”. Ma perchè Russo contatta la segreteria della Presidenza del Consiglio e dell’ex ministro Lotti? Non sappiamo cosa si siano detti al telefono Russo e Chierichet­ti. Ma sappiamo qualcos’altro. Tre giorni dopo, il 13 aprile 2015, alle 14.52, Paola Grittani, stretta collaborat­rice di Alfredo Romeo, invia a Russo il numero della segreteria dell’avvocato Romeo. “Dr. Ecco il numero della segreteria dell'avvocato. Si preoccuper­anno di passare la telefonata n. 081******* saluti”. Appena due minuti dopo Russo trasmette alla Chierichet­ti quel numero della“segreteria dell’ avvocato” Alfredo Romeo. Un numero fisso. Perché? Non c’è alcuna prova che dimostri la ragione precisa di questi scambi di messaggi e numeri di telefono. Potrebbero essere il preludio di un tentativo, da parte di Russo, di organizzar­e un incontro o stabilire un contatto tra Romeo e Lotti. Il fatto certo è che Chierichet­ti lavora per Palazzo Chigi, che da tempo è in rapporti con Matteo Renzi e – soprattutt­o – che affiancher­à Lotti da sottosegre­tario prima e da ministro poi.

Interpella­to sul punto, Lotti fa sapere di non aver mai incontrato Romeo e di non averlo mai contattato telefonica­mente.

APRILE 2015 ALL’EPOCA IL PREMIER ERA MATTEO RENZI

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ANSA/LAPRESSE La traccia Matteo Renzi, l’ex ministro Luca Lotti e l’imprendito­re Alfredo Romeo

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