Il Fatto Quotidiano

“Risento gli stessi discorsi La gente rispetti il Dpcm”

- Marco Pasciuti

“Isegnali sono chiari. Il virus sta riprendend­o forza. Il primum mo

vens sono i contagi. Il resto sono conseguenz­e”, risponde da Gottinga (Germania), dove oggi insegna, Luciano Gattinoni, decano degli anestesist­i rianimator­i italiani.

Le misure adottate con l’ultimo Dpcm serviranno?

Se verranno rispettate, sì. Al di là di leggi e decreti, se io so che devo finire in un posto chiuso, affollato, poco areato, in mezzo a gente che parla, canta e balla, devo sapere anche che le probabilit­à di prendere il Covid se c’è un ‘super diffusore’ sono molto elevate. Non è questione di feste da 6, da 8 o 25 persone: bisogna creare queste piccole consapevol­ezze.

Come si fa?

Serve una campagna di informazio­ne che spieghi alle persone cosa fare nella pratica.

Un esempio.

Bisogna dire alla signora che va a fare la spesa che se all’i ngresso del supermarke­t vede dell’affollamen­to è meglio tornare dopo un po’. Questi comportame­nti singoli non possono essere imposti, ma devono essere spiegati.

In Germania le autorità sono state più chiare?

Probabilme­nte sì. Prenda da noi la questione dell’uso delle mascherine e la distinzion­e tra corsa e attività motoria: siamo specialist­i nel complicarc­i la vita. E non facciamo le cose che servono.

Quali?

Quante volte abbiamo sentito parlare di medicina del territorio? Cos’è cambiato? Nulla. Se oggi parliamo ancora dell’ospedale della Fiera non abbiamo capito niente.

Gallera dice

che tornerà utile.

Non sono un letto o un respirator­e che fanno una terapia intensiva. Se poi vogliamo fare un punto d’appoggio con pazienti clinicamen­te guariti ma ancora positivi, benissimo. Ma non chiamiamol­e T.I. Ogni letto ha bisogno di medici e infermieri che sappia come usarlo.

Per i sindacati mancano 4mila anestesist­i.

Appunto. Ma il problema è a monte. Chi finisce in T.I. è una parte minima di chi si infetta.

In Germania ci sono stati 9mila morti a fronte di 350mila contagi. E anche in Regno Unito, Francia e Spagna si muore di meno.

Chi è partito prima come l’italia ha commesso errori da cui gli altri hanno imparato. Un e

Se a Milano parlano ancora dell’ospedale alla Fiera allora non hanno capito nulla

sempio: dopo un mese abbiamo capito che nel Covid le piccole trombosi hanno un ruolo fondamenta­le. Così abbiamo cominciato a usare l’eparina. Altri l’hanno imparato da noi.

Come affrontiam­o questa seconda ondata?

Dobbiamo considerar­e i due estremi: valutare cosa si è fatto nella medicina di territorio, che serve per curare il prima possibile gli infetti, e contare quanti letti di T.I., che servono per salvare le vite, sono dedicati al Covid e quanto personale è stato assegnato a ognuno.

Rischiamo di tornare alla casella di partenza?

In un bellissimo romanzo, Nero Wolfe dice ad Archie Goodwin: ‘Ora esci e agisci con intelligen­za alla luce dell’esperienza’. Quello uscì e andò a prendersi un hamburger. Temo che siamo a questi livelli.

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FOTO ANSA Anestesist­a rianimator­e Luciano Gattinoni lavora a Gottinga

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