Lombardia, la doppia dose a meno di un over 80 su 10
■ Guido Bertolaso aveva promesso iniezioni “7 giorni su 7, 24 ore su 24”. La realtà dice che su 473.212 ultraottantenni prenotati pochissimi hanno l’appuntamento
IN PAUSA LA CAMPAGNA 7/7 E H24 SI FERMA LA DOMENICA
La solenne promessa del commissario Guido Bertolaso dei vaccini 7 giorni su 7, 24 su 24, in Lombardia è già naufragata. A una settimana dalla partenza della cosiddetta Fase 1ter, che dovrebbe vaccinare entro marzo oltre 720 mila over 80, la campagna lombarda arranca. Tra il 18 febbraio (data di avvio della Fase 1ter) e il 21, i vaccinati sono stati 40.401, 14.929 over 80 e 25.472 under. L’assessore Letizia Moratti prevedeva di vaccinare 15 mila anziani nella prima settimana, 50 mila nella seconda, 100 mila nella prima di marzo. Previsioni che si scontrano con la penuria di vaccini. Così, molti dei 473.212 ultraottantenni che si sono già prenotati non hanno ancora un appuntamento. Non c’è certezza sulla disponibilità delle dosi, si è giustificata Regione. Per capire che non va tutto liscio, basta uno sguardo ai dati elaborati dal ricercatore Francesco Ruffino (Youtrend), secondo i quali ha ricevuto la seconda dose meno del 10% dei circa 3.369 over 80 vaccinati prima dell’inizio della Fase 1ter. E non va meglio per le altre fasce di età, tutte sotto il 10%. Tra il 18 e il 21 febbraio, a ricevere la seconda dose sono stati solo 1.626 lombardi. Dati che hanno avuto una caduta verticale domenica scorsa, quando alcuni centri vaccinali, come la Ats di Pavia, erano chiusi. Così, domenica sono state vaccinate solo 4.985 persone, 2.283 over
80 e 2.703 under 80. Le seconde dosi: 15 in tutta la regione.
“IERI
(domenica, ndr) hanno ricevuto la prima dose poco più di 2.000 over 80. Se si considera che in attesa ci sono circa 500 mila persone, di questo ritmo la loro salute sarà a rischio per molto tempo”, accusa L’M5S Massimo De Rosa, che aggiunge: “Da inizio campagna hanno ricevuto la prima dose 14.000 over 80 su 500 mila”. Inoltre, le performance peggiori si registrano in quei territori dove il virus sta galoppando, soprattutto a causa della variante inglese, come a Brescia, dove domenica sono state vaccinate solo 584 persone, 59 over 80 e 525 under. E nei tre giorni precedenti il totale delle dosi iniettate era stato di 4.334.
Più che comprensibile quindi l’allarme lanciato ieri dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono, che ha lasciato presagire come u n’eventuale stretta potrebbe essere alle porte: “Il numero dei contagi nella provincia di Brescia è in crescita ormai da parecchi giorni. Ho sentito il presidente della Regione che mi ha informato che il Cts nazionale farà le sue valutazioni in base agli ultimi dati trasmessi”. Per Del Bono, Attilio Fontana avrebbe “confermato che l’aumento dei positivi inizia ad avere un impatto anche sulle strutture sanitarie”. E i dati di ieri della città non sono incoraggianti: i nuovi positivi sono stati 427 e l’incidenza settimanale dei contagi in rapporto alla popolazione ha superato la soglia critica di 250 ogni 100 mila abitanti. Valore che farebbe scattare la zona rossa. “Da inizio anno molto lentamente abbiamo visto una ripresa e siamo arrivati a oltre 280 ospedalizzati, con una proporzione del 10% in Ti. Il lento e costante aumento sul fronte ospedaliero ha coinciso anche con un gran numero di asintomatici intercettati, che abbiamo visto crescere giorno per giorno. Noi stiamo vaccinando il più possibile, tutto quel che arriva lo somministriamo”, dice il dg dell’asst Spedali Civili, Massimo Lombardo. Così gli ospedali sono in difficoltà: il 16 gennaio i ricoverati erano 556, il 19 febbraio sono diventati 740 e ieri sono stati 780. Per cercare di moltiplicare i centri vaccinali, ieri il Pirellone ha chiuso l’accordo con la sanità privata, che inizierà a vaccinare dal 1° marzo e con le farmacie. Si potrà ricevere la dose in negozio, alla presenza di un medico. E, nella delibera, Regione Lombardia ha previsto anche la possibilità per il farmacista di somministrare il vaccino antinfluenzale. Il Pirellone infatti ha ancora circa 10 milioni di euro di vaccini inutilizzati che ora tenta di smerciare. Peccato che la stagione dell’influenza sia quasi finita e quei vaccini siano inutili.