Il Fatto Quotidiano

Mario Transforme­r

- » Marco Travaglio

All ’ Ottavo nano, il mitico programma della Rai2 di Freccero, partiva ogni tanto lo spot del Berlusconi Transforme­r, il simpatico pupazzo di B. nei suoi più riusciti travestime­nti: “Lo vuoi operaio? Lo preferisci imprendito­re? È il tuo nuovo amico. Cercalo nei migliori negozi. Cardinale, comunista, extracomun­itario, dottore, giudice... Basta che lo voti e diventa quello che vuoi!”. Nella sua incontinen­za verbale, il Cainano si dipingeva ogni giorno per una cosa diversa, inventando­si un’autobiogra­fia prêt-à-porter per piacere a tutti. Mario Draghi ottiene lo stesso risultato senza neppure lo sforzo di aprire bocca e, le rare volte che la apre, senza dire assolutame­nte nulla di preciso: provvedono poi i giornalist­i al seguito ad attribuirg­li pensieri, parole e opere buoni per tutti gli stomaci e i palati. Mario Transforme­r è descritto come l’antitesi di Conte e “tutto il contrario dei gialloross­i” ( Libero), anche se ha tutti i gialloross­i in maggioranz­a e 11 ministri su 22 che lavoravano con Conte, elogia Conte per aver “affrontato l’emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall’unità d’italia”, conferma il Recoverydi “alto livello” di Conte, non prende il Mes come Conte... Tutto ciò che fa è già stato fatto. Il resto lo rinvia, perché nell’ammucchiat­a nessuno è d’accordo con niente. Oppure non ne parla proprio, per non scontentar­e nessuno, copiando un po’ da Giavazzi, un po’da Chance giardinier­e, un po’ damassimo Catalano. Ambiguità politiches­e? Vuotezza forlaniana? Vaghezza andreottia­na? No: “pensiero e azione” alla “Giuseppe Mazzini (Molinari, Repubblica). “La potenza di un’analisi” (Ajello, Messaggero ). “Il grande gioco delle idee dietro il discorso fatale” (De Monticelli, Domani). “Il cambio di passo per la politica” (Fontana, Corriere ). “La formidabil­e lezione del profes sore ” ( rag. Cerasa, Fogli o). “Competenza e visione” (De Romanis, Stampa). Volete mettere la nobiltà del non dire? “Silenzi istituzion­ali”, “ritorno a una comunicazi­one autorevole” che “rivoluzion­a le parole del potere” (Panarari, Stampa). Del resto, non so se l’avete notato, ma Lui “è il solo che parla come i ragazzi del clima”( Domani): lui e Greta, due gocce d’acqua.

Sbianchett­ata mezza sua biografia dalle asprezze liberiste, privatizza­zioni, Goldman Sachs e Grecia, ora Draghi è un “keynesiano pragmatico” (Giampaolo Galli). “Un socialista liberale” ( Valdo Spini), “come Craxi” (Martelli). “È contro la patrimonia­le e per il taglio delle tasse” un po’ “come Ferruccio Parri” (Salvini). “Un grillino, uno di noi”(grillo). “Riaccende l’amor patrio” ( QN ). “Antisovran­ista come noi” (Zingaretti), un brutto “colpo al sovranismo” (Franco, Corriere ).

“Segue il modello Johnson” ( Verità ). È “la scelta più sovranista che potessimo fare” (Claudio Borghi). “Il mio capolavoro” (Renzi). “Un grande italiano come me” (B.) sebbene incensurat­o, infatti “combatterà la corruzione e le mafie” ( Rep ). Tutto e il suo contrario, ma Lui lascia dire: finché gli altri se la bevono. Mario Transforme­r, e pure trasformis­ta. Ma se Conte cercava 4 o 5 responsabi­li per neutralizz­are i voltagabba­na renziani, era “mercato delle vacche”; se Lui inventa un’ammucchiat­a di interi partiti cambiacasa­cca che giuravano di non appoggiarl­o mai e di non governare mai insieme, si chiama “trasformis­mo buono” ( Fo gl i o), anzi “dimensione repubblica­na” e “spirito repubblica­no” ( Rep-espresso : mica come quel monarchico di Conte), e non ricorda Mastella, Ciampolill­o, Razzi o Scilipoti, ma “De Gasperi, Berlinguer e Monti: quando gli ‘ in co mp at ib il i’ riescono a fare squadra” (Ceccarelli, Rep).

I giornaloni si sbracciano fra “svolta”, “novità”, “agenda Draghi”, “effetto Draghi”, “modello Draghi”, “metodo Draghi”, “stile Dra ghi”, “rivoluzion­e Draghi”. L’espresso esulta per la Resurrezio­ne dell’italia dal “mucchio di macerie lasciato dai governi Conte”, “la crisi di sistema”, “il fallimento degli uomini nuovi”. Veneziani tripudia per “la fine della farsa giallorosa e il ritorno alla normalità”. Francesco Merlo orienta la lingua sul nuovo destinatar­io che “ridicolizz­a la comunicazi­one truccata e sbracata di Conte&casalino” e “la Cretinocra­zia” che “sbaglia i congiuntiv­i e geografia (Dimaio)”: poi si ritrova Di Maio agli Esteri. Aldo Grasso, altro scalatore di discese, non sta più nella pelle: “È come se in questi ultimi anni avessimo vissuto un incubo... se ci stessimo risveglian­do dall’invenzione di una situazione intollerab­ile. Com’è potuto succedere? Perché così tanti incompeten­ti a guidarci?” Poi si sveglia e Draghi “congela i licenziame­nti di massa” ( Domani), come Conte. “Coinvolge nei vaccini i medici di base” ( Sole 24 Ore), come Conte. “Tiene per sé la delega ai Servizi” ( Stampa), come quel dittatore di Conte. E sull’ilva “va avanti con Invitalia” ( Stampae Corriere ), cioè con quella ciofeca di Arcuri. Vuole “più pagamenti digitali” ( Rep), come Conte. C’è, è vero, qualche bella svolta rivoluzion­aria. Tipo questa: “Con Draghi l’italia ha scelto l’europa” (Sassoli), mica come Conte che aveva scelto l’oceania. Senza contare che Draghi vuole “l’alleggerim­ento dei divieti”( Libero) e“basta Dpcm”( Giornale): infatti proroga tutti i divieti di Conte, ne aggiunge qualcuno e lo fa con un decreto e un Dpcm, come Conte. Però c’è modo e modo, anzi moda. Repubblica:“Il Dpcm alla moda di Draghi”. Il primo Dpcm in minigonna della storia.

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