Centemero, i soldi di Parnasi a Più Voci erano per la Lega
È stata fissata per il 25 marzo l’udienza preliminare per Giulio Centemero: il tesoriere della Lega è accusato dalla procura capitolina di finanziamento illecito. Tra poco più di un mese il gup del tribunale di Roma dovrà dunque decidere se rinviare a giudizio Centemero oppure archiviare il caso. La faccenda riguarda l’associazione “Più Voci”, fondata nel 2015 da Centemero insieme ai commercialisti del partito, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, al deputato Alessandromorelli e all’europarlamentare Alessandro Panza. Secondo il pm Barbara Zuin e l’aggiunto Paolo Ielo, “Più Voci” è stata usata dalla Lega per incassare finanziamenti privati senza farli passare dalle casse del partito. Il principale donatore è stato Luca Parnasi. Attraverso l’immobiliare Pentapigna, società basata a Roma, l’imprenditore ha donato 250 mila euro alla “Più Voci”. A questi si aggiungono 40mila euro versati dalla catena di supermercati lombarda Esselunga, motivo per cui Centemero è già sotto processo a Milano con l’accusa di finanziamento illecito. “‘Più Voci’ è nata al fine di stimolare la pluralità dell’informazione in un momento di crisi dell’editoria e di cambiamento dei paradigmi della comunicazione. Non un centesimo dei contributi ricevuti ha mai finanziato alcun partito politico”, è stata finora la difesa di Centemero. I documenti bancari dicono che in effetti i soldi ricevuti da Parnasi non sono finiti alla Lega Nord: dai conti della “Più Voci” sono stati trasferiti pochi giorni dopo su quelli di Radio Padania. Che l’operazione fosse finalizzata a finanziare il partito è stato sostenuto da Gianluca Talone, commercialista di Parnasi ai tempi dei bonifici. “Le è mai stato chiesto di fare dei contratti al solo fine di giustificare un’erogazione liberale?”, ha chiesto nel luglio del 2018 a Talone il pm Zuin. “Sicuramente ciò è accaduto con riferimento al contratto con Radio Padania che avrebbe dovuto stipulare la società Immobiliare Pentapigna”, è stata la risposta di Talone, “Ho compreso che il contratto era solo fittizio quando parlando con Parnasi gli ho chiesto se intendesse concordare anche uscite pubblicitarie su Radio Padania, magari in orario notturno, e lui ha categoricamente escluso tale intento, con ciò facendomi capire che il contratto in via di formazione era solo un modo per dare una veste formale alla erogazione da versare alla Lega”.