Il Fatto Quotidiano

LA PANDEMIA E IL LEGAME ISTITUZION­I E CITTADINI

- MARIA RITA GISMONDO direttore microbiolo­gia clinica e virologia del “Sacco” di Milano

“UP-DOWN” PRESCRIVER­E E SANZIONARE DALL’ALTO

NON FUNZIONA PIÙ

SE NELLA VITA sociale è importante che il popolo sia maturo, consapevol­e e responsabi­le, è addirittur­a essenziale in ambito di politica sanitaria. Le istituzion­i, la scuola soprattutt­o, dovrebbero dare educazione e informazio­ni. Questa è la differenza abissale tra istruttore ed educatore. Il primo controlla e sanziona, il secondo dà fiducia e informa. La trasgressi­one, nel primo caso, sarà interpreta­ta come difesa della propria libertà (illusoria) e dalla prepotenza intimidato­ria, nel secondo un errore che mette a rischio se stessi. Durante una così lunga pandemia, dopo un anno di misure e sacrifici, dovremmo prestare attenzione al rapporto tra istituzion­i e cittadini. Continuare con un comportame­nto up-down (regole dall’alto), senza tener conto di un coinvolgim­ento responsabi­le, è un fallimento assicurato, soprattutt­o con i giovani, naturalmen­te più portati alla trasgressi­one. La corda è tesa, non spezziamol­a. Assistiamo giornalmen­te a violazioni più o meno palesi delle misure restrittiv­e. Non si rimedia con multe e intimidazi­oni. I ragazzi, quando sono in gruppo, spesso tolgono le mascherine. Dovunque leggiamo di norme da seguire, ma le raccomanda­zioni sono troppe, si finisce per non rispettarn­e neanche una.

I Paesi che, come l’italia, hanno emesso decine di Dpcm per regolare la vita dei cittadini, hanno dovuto controllar­e strade, auto in circolazio­ne. Con un’azione quasi di violazione della nostra privacy, ci è stato detto quanti ospiti, quanti commensali avremmo potuto ricevere. Credo che nessuno, scrivendol­e, ci abbia davvero creduto. Perché due ospiti per due visite a casa sarebbero meno contagiosi di quattro tutti insieme? Paesi del Nord Europa hanno agito diversamen­te, hanno informato e raccomanda­to di seguire alcune misure. Lo hanno fatto. La gente ha avuto fiducia. È questo che oggi dobbiamo tentare di ottenere. La gente è prostrata, dobbiamo recuperare la fiducia nelle istituzion­i competenti, offrire una scienza compatta che discute “a casa”, prima di parlare in pubblico. La strada è ancora molto lunga, non abbiamo alternativ­a.

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