Eco, Franzen&c. Tutti sotto coperta (di Linus)
Omaggio a Snoopy e soci
Ho visto i bambini del mio quartiere distrutti da storie di violenza, storie dalla cripta, storie d’ orrore, snervanti isterici piantagrane, trascinarsi all’alba per caustiche strade in cerca di un rabbioso gelato a quadretti, testoni testedangelo obbligati a giocare in giardino ogni volta che splendeva la dinamo stellare nel macchinario della notte (...)
Pubblichiamo stralci di “Misericordia”, il poema di Lethem dedicato a Linus: uno degli interventi della raccolta “Peanuts”, in libreria da domani con La Nave di Teseo.
Ho visto i bambini del mio quartiere distrutti da storie di violenza, storie dalla cripta, storie d’orrore, snervanti isterici piantagrane,
trascinarsi all’alba per caustiche strade in cerca di un rabbioso gelato a quadretti,
testoni testedangelo obbligati a giocare in giardino ogni volta che splendeva la dinamo stellare nel macchinario della notte,
che sculacciati e bistrattati e occhiaie scure e strafatti stavan lì a fumare nel sovrannaturale buio di seconde infanzie sospesi sui tetti delle periferie contemplando una fantasia cromatica,...
che venivano espulsi dall’asilo nido per follia & aver stampato tortini di fango sui davanzali del cranio...
che se ne stavano seduti lì a far credere alla gente che ci fosse vento forte,
un battaglione perso di triciclisti platonici che pedalavano sui marciapiedi, di lanci che scavalcavano la protezione e palline che rotolavano nel tombino...
che restavano ad ascoltare il rumore del mare, che dovevano essere a casa a fare il sonnellino, terrorizzati dalla lanugine appiccicata al selciato...
che tracciavano una linea tutto intorno al mondo chiedendosi dove andare, e andavano, senza infrangere cuori,
che proprio quando cominciavi a imparare la tecnica i tuoi ti levano la coperta...
che se ne andavano soli per le strade della terra in mezzo a milioni di persone, mentre quella piccola stella lassù era sola in mezzo a milioni e milioni di stelle,
che hanno pensato di essere snervanti quando trentatré marshmallow baluginavano d’estasi sovrannaturale,
condannati ad affrontare la vita con nient’altro che una faccia faccia,
che ciondolavano nervosi e angosciati e il modo migliore per rilassarsi era sdraiarsi con la testa nella ciotola dell’a cqua,
che mettevano una bambina a capo delle miniere di sale lasciandosi dietro nient’altro che l’ombra di una tuta di tela e lava e ceneri di poemi,
di poesie che devono avere sentimento, poesie che non commuoverebbero
nemmeno un sasso, poesie che non farebbero piangere nessuno,
che va in depressione perché non sa accendere la Tv,
che mentre era a cena faceva lo scemo e quando gli hanno detto “comportati da essere umano” ha risposto “definisci essere umano”... che era un disastro quando mangiava e un disastro quando giocava e un disastro quando stava fermo, ma almeno era coerente...
che non si sono fatti toccare né sfiorare dalla civiltà contemporanea...
che senza quella coperta si sarebbero spezzati come un giunco secco...
che se piaci a qualcuno, ti fa una carezza sulla testa – se non gli piaci ti prende a calci...
che versavano lacrime per il romanticismo di Halloween con sacchetti di carta colmi di pietre e brutta musica, che dicevano questi sassi sono stati preparati appositamente per essere scagliati con rabbia!
che respiravano al buio seduti in una scatola, e si sono sempre dispiaciuti per le amebe, e per l’emozione hanno dimenticato di dar da mangiare al cane, che non sapevano nemmeno se alla fine sarebbero finiti in orfanotrofio o alla protezione animali sotto il cielo tubercolare circondati da teologia da gare su cassette con le ruote, a volte ho come l’impressione di essere un terreno abbandonato!
che scribacchiavano tutta la notte dondolando rock&roll su nobili incantesimi che nel mattino giallo erano strofe di scempiaggini, folio, porrta, caza, tapeto, kortello, cucciaio!
tuto cuesto legere mi a fato malle ali occi!...
che l’anno scorso era l’unico che conoscevi ad aver avuto 365 giornate no, che lanciavano dal tetto gli orologi per “veder volare il tempo”, & sveglie gli sono cadute in testa ogni giorno per tutto il decennio,
che a questo mondo non c’è niente di più entusiasmante della vista di qualcuno che ha appena ricevuto la grazia!…
che dovevano costruirsi una sorta di barriera mentale per tener fuori tutte le notizie spiacevoli...
che sgasavano per i marciapiedi del passato in viaggio verso rispettive buche- di- sabbia-pig-pen-solitudini o ad aspettare di vedere la prima foglia che muore, che triciclavano settantadue ore per scoprire se io avevo avuto una visione o tu avevi avuto una visione solo per scoprire che gli insulti viaggiano più veloci quando non c’è umidità, che ansiosi, insicuri, stupidi e di cattivo gusto e senza il minimo talento per il disegno...
una zucca a ventiquattro carati, un testone, idiota, tonto!
sto solo aiutando Charlie Brown con un po’ di critiche distruttive!...
è dal giorno in cui sono nato che mi sento confuso, dirimere questi dilemmi morali è sempre stato al di sopra delle mie possibilità, sono un essere umano, ero solo come un cane, posso sempre dare la colpa alla società!
ah, Linus, se tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e adesso sei proprio finito nella zuppa animale del tempo – sei il solo che mi segue ovunque vada! @ Per gentile concessione di Berla & Griffini Rights Agency