Servizi: “Attanasio ucciso in sequestro che è finito male”
Il resoconto Sei uomini armati, poi la sparatoria con l’esercito a 23 km da Goma. Su quel percorso altri tentati rapimenti
DE MICCO, PACELLI E ZUNINI
Ore 9.27 di lunedì 22 febbraio. Due convogli, uno con a bordo l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, partono da Goma. Devono raggiungere Kiwanja, nel territorio di Rutshuru, per visitare una scuola nell’ambito del programma alimentare delworld Food Pro
gramme (Wfp) delle Nazioni Unite. 73,2 km circa è la distanza che li separa dalla loro destinazione. Un viaggio di circa “2 ore e 24 minuti”, che viene interrotto a circa 30 minuti dalla partenza, 15 km dopo, quando arriva l’imboscata sfociata in quella che è stata la tragedia della morte dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci che gli faceva da scorta. Sulla dinamica dell’episodio oggi indaga la Procura di Roma, con i carabinieri del Ros inviati a Goma per acquisire i verbali delle testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine congolesi e verificare anche quali siano state le armi usate dai ranger che sono intervenuti per fermare i rapitori. Tutte le piste sono aperte, anche che a ferire i due italiani possa essere stato il “fuoco amico”. Circostanza negata dalle autorità congolesi. Ma il lavoro dei magistrati è solo all’inizio.
NEL FRATTEMPO
però anche l’intelligence italiana sta mettendo insieme i pezzi di questa vicenda. È solo una prima ricostruzione, quindi molti altri dettagli potrebbero aggiungersi nei prossimi giorni. Per ora il report in mano agli 007 conferma che si sia trattato di un “tentativo di rapimento fallito”. Nelle vicinanze del luogo dell’attacco, si specifica, “sono stati registrati diversi incidenti relativi a rapimenti, rapine a mano armata, stupri” e imboscate, di cui sono state vittime “il WFP e i veicoli di altre organizzazioni umanitarie”.
I primi tasselli vengono messi insieme grazie a video, immagini, testimonianze e anche articoli pubblicati sulla stampa estera. Il report racconta dunque una prima cronologia di quanto accaduto. A partire dalle 9.27 di lunedì quando due veicoli partono da Goma. “I rapporti suggeriscono che c’erano sette persone nel convoglio”, tra cui l’ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci. Tra le immagini raccolte ce n’è anche una prima della partenza: si vede il diplomatico italiano e il carabiniere che sta per aprirgli la portiera posteriore dell’auto. C’è anche un uomo, lo stesso che poi terrà in braccio l’ambasciatore dopo l’attacco. Nella foto ci sono anche altre tre persone. A 15 km a nord di Goma, nella zona di Kabati, avviene l’imboscata da parte di un gruppo di sei uomini “armati di machete e kalashnikov ”. Il veicolo del Wfp delle Nazioni Unite finisce quindi fuori strada. Resta quello con a bordo l’ambasciatore, il cui autista sarebbe stato ucciso – riporta il report – proprio per costringere gli altri a lasciare la strada e così addentrarsi nel Virunga National
Park. Il gruppo con i suoi sei ostaggi quindi si sposta per altri 8 km a nord, arrivando a 23 km a nord di Goma, vicino a Buhumba. La geolocalizzazione è possibile grazie a tre torri che si vedono in alcune fotografie. Ci sono pure delle immagini che ritraggono i ranger
Il Wfp sapeva Il Programma Alimentare era già stato preso di mira
che, secondo Le Monde, intervengono dopo esser stati allertati dagli spari, come pure i soldati delle forze armate dell’esercito congolese. E qui che avviene la tragedia. Riporta il report che quando i ranger si trovano a circa 500 metri di distanza dal gruppo di aggressori, inizia la sparatoria.
IL GRUPPO COLPISCE
il carabiniere e l’ambasciatore all’addome, che perderà la vita di lì a poco. Per il governo congolese i responsabili sono i ribelli delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda, che ieri hanno negato un loro coinvolgimento. La zona è in mano a diversi gruppi criminali. L’attacco, conclude il report degli 007, dunque può “essere visto come un evento più tipico di questa regione”. Finito stavolta in una vera tragedia.