Ristori: pronti 32 miliardi, ma il Dl resta in alto mare
Continuano a essere invocati dal governo per allentare la pressione sulle categorie più martoriate dalle misure di contenimento. Ma “i congrui ristori” che il premier Mario Draghi ha promesso non ci sono ancora, mentre proseguono le limitazioni alle attività economiche. Del decreto “Ristori 5”, il primo del nuovo governo, e il quinto dall’inizio della pandemia, ancora non c’è traccia. Il suo varo, spiegano i tecnici del ministero dell’economia, dovrebbe arrivare in un Consiglio dei ministri al più tardi a inizio marzo. Ma di concreto c’è poco: manca ancora un articolato ben definito.
IL DECRETO si è arenato a inizio anno, finito prima nello scontro tra i giallorosa e poi nel tritacarne della crisi di governo innescata da Matteo Renzi, quando il Parlamento aveva già autorizzato maggior deficit fino a 32 miliardi di euro per velocizzare e coordinare l’erogazione dei ristori a chi ha chiuso, ma anche per prorogare il blocco dei licenziamenti, la Cassa integrazione Covid o il nuovo stop delle cartelle esattoriali. Il pacchetto è rimasto così fermo sul tavolo dell’ex ministro , Roberto Gualtieri, dopo che i giallorosa hanno giustamente deciso che a occuparsene sarebbe stato il nuovo governo. Che ora, però, a 13 giorni dal suo insediamento ancora non ha trovato la quadra.
I nodi del decreto che il neo ministro del Daniele Franco deve sciogliere restano restano gli stessi del suo predecessore: in primis i criteri da usare per erogare ristori. Il nuovo decreto dovrebbe su
32
MILIARDI DI EURO
È il maggior deficit autorizzato per velocizzare e coordinare l’erogazione dei ristori
50
MILIONI Le cartelle esattoriali e gli avvisi fiscali congelati fino al 28 febbraio dall’ultimo provvedimento DA MARZO SENZA NOVITÀ RIPARTIRANNO LE CARTELLE ESATTORIALI
perare le rigidità dei codici Ateco che fino a oggi hanno escluso molte imprese coinvolte da chiusure e limitazioni. Al loro posto entrerebbero contributi selettivi sulla base delle perdite di fatturato nel 2020 rispetto al 2019 pari ad almeno il 33% nell’arco dell’anno. Nel dl Ristori 5 dovrebbe poi trovare posto l’estensione dello stop ai licenziamenti fino al 30 aprile e altre 26 settimane di cassa integrazione per le imprese.
Escluso dal Milleproroghe, il fisco resta però il capitolo più urgente almeno temporalmente. Da lunedì primo marzo, se non si allungherà ancora la scadenza nel dl Ristori o in un altro decreto ad hoc, partiranno 50 milioni fra cartelle esattoriali e avvisi fiscali congelati fino al 28 febbraio dall’ul ti mo provvedimento del Conte 2.
TRA LE EREDITÀ che passano da Gualtieri a Franco c’è anche l ’ operazione di semplificazione della cassa integrazione a cui stanno lavorando insieme il neo ministro del Lavoro Andrea Orlando e il presidente dell’inps Pasquale Tridico. Lo scopo è sostituire il complicato modello SR41 (con cui i datori di lavorano comunicano le ore di cassa integrazione dei dipendenti) con il sistema Uniemens che consente il pagamento della Cig in massimo 40 giorni. Nel Dl Ristori, ha rivelato il Sole 24 Ore, dovrebbe finire anche la correzione del Piano Transizione 4.0, in linea con le richieste di Bruxelles, per un totale di 6,7 miliardi di euro.
Non sarà, invece, inserita nel decreto la proroga dei congedi Covid per la quarantena dei figli under 14. La misura è scaduta il 31 dicembre. Dal primo gennaio, si può richiedere solo un congedo straordinario per gli alunni che vivono nelle zone rosse con scuole chiuse e lezioni in Dad. A patto, però, che questi territori siano individuati da u n’ordinanza del ministro della Salute. Ma con il peggioramento della situazione epidemiologica, le zone rosse sono sempre più circoscritte e stabilite dagli enti locali. E, soprattutto, è comparsa anche la fattispecie di “zona arancione”.