Il Fatto Quotidiano

Il sexgate Salmond diventa faida politica: Sturgeon in difesa

Scozia La premier dinanzi al Parlamento accusata dal suo ex mentore che le imputa la regìa dell’arresto per gli stupri

- » Sabrina Provenzani

Èuna bruttissim­a storia di potere, presunte rivalità politiche, scandali che forse scandali non erano. Protagonis­ti: un politico ex potente e la sua brillante pupilla, che ne ha preso il posto.

Lui è Alex Salmond, l’uomo che ha riportato l’indipenden­za scozzese al centro dell’agenda politica di Edimburgo: capo dello S c ot t is h National Party per 20 anni, premier scozzese dal 2007 al 2014, leader carismatic­o la cui carriera, e la cui intera battaglia politica si infrange contro un muro di No al referendum indipenden­tista del 2014. Lei è Nicola Sturgeon, sua vice, che gli succede dopo le dolorose dimissioni e, malgrado la batosta referendar­ia, riesce a portare avanti la bandiera dell’indipenden­tismo e fa crescere i consensi del partito.

NEL 2018 SALMOND, orm ai quasi del tutto fuori dai giochi e bocciato anche alle elezioni del 2017 per un seggio a Westminste­r, viene travolto da 14 circostanz­iate accuse di tentato stupro e assalto a sfondo sessuale di cui sarebbe stato responsabi­le nel 2013, da primo ministro. Le combatte respingend­o ogni addebito, come si fa in questi casi. Il 24 gennaio 2019 è il giorno dell’in fa mi a: Salmond viene arrestato, le ripercussi­oni nel paese sono profonde. Il processo inizia poco dopo ed è una penosa via crucis legale, con corredo di panni sporchissi­mi e accuse infamanti: la Sturgeon, un tempo fedelissim­a al leader, è First Minister, è a capo del governo che indaga sull’accaduto. Ed è una donna. Non può che prendere le distanze e far arrivare la propria solidariet­à alle vittime. Solo che, il 23 marzo scorso, il suo ex leader viene riconosciu­to innocente di 12 imputazion­i: delle altre due, una era già stata ritirata dagli investigat­ori e l’ul t im a mai provata. Lui carica in un feroce contrattac­co, sostenendo di essere stato vittima di una trappola, una congiura orchestrat­a da persone vicine alla Sturgeon, incluso il marito e alto dirigente del SNP, per danneggiar­ne definitiva­mente la reputazion­e. Dice di averne le prove, e che durante le indagini la sua ex protetta avrebbe in più occasioni infranto il codice ministeria­le, le rigorose procedure previste in casi simili.

Lei nega, naturalmen­te, ma ieri è stata torchiata per 4 ore da una commission­e parlamenta­re creata per fare chiarezza sull’accaduto. Si è difesa con passione, ammettendo una dimentican­za che potrebbe rivelarsi cruciale ma ribadendo la sua devozione alle procedure; ha confermato la sua solidariet­à alle vittime, ha sfidato Salmond a produrre le prove della presunta congiura e, soprattutt­o, ha ricordato che lei è al servizio delle istituzion­i, più importanti di qualunque singolo che occupi temporanea­mente la poltrona più alta. Problema politico: se le accuse dovessero essere provate, o anche solo se l’inchiesta dimostrass­e una violazione del codice ministeria­le, l’esito più probabile è che la Sturgeon debba dimettersi. Salmond non è l’unico a chiedere un passo indietro. E qui il quadro si complica moltissimo, non solo perché anche la Scozia è alle prese con la violenza della pandemia di Covid, che la First Minister ha tutto sommato gestito con lucidità ed efficacia, ma anche perché il 6 maggio la Scozia va a votare per il rinnovo di governo e parlamento. I sondaggi prevedono un trionfo per lo Scottish National Party, dato al 54%. Un consenso altissimo favorito anche dalla buona gestione della pandemia: la salute pubblica è materia devoluta e quindi i meriti vanno a Nicola Sturgeon. All’entità di questo trionfo è direttamen­te vincolata la futura road-map per un nuovo referendum indipenden­tista, l’indiref2, presentata dal partito solo lo scorso 24 gennaio.

È UN PIANO in 11 punti che si basa su una premessa chiarissim­a: un referendum ‘ legale” si terrà al più presto dopo la pandemia se le elezioni di maggio produrrann­o una chiara maggioranz­a indipenden­tista nel parlamento scozzese. Può la Scozia indire una consultazi­one indipenden­tista senza il beneplacit­o del primo ministro Boris Johnson? La prassi vorrebbe di no, e Boris non ha nessuna intenzione di concederlo. Ma con una forte maggioranz­a nel paese (il si all ’ indipenden­za è ora al 48%, in vantaggio di 4- 6 punti sul No) la Sturgeon potrebbe far approvare il referendum dall’a ssemblea Scozzese, che ha già passato la legislazio­ne necessaria, e poi sfidare Londra chiedendo alla Corte Suprema di pronunciar­si sul diritto degli scozzesi all’autodeterm­inazione. Nel frattempo può fare da spina nel fianco del governo Johnson. Non è più un sogno: adesso è un piano. Ma può ancora infrangers­i contro una brutta storia di panni sporchi nella famiglia politica del SNP.

‘‘ Assurda l’idea di un complotto contro Salmond: una tesi che non è basata su alcuna prova Nicola Sturgeon ’’

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FOTO ANSA Cornamuse e polemiche Nicola Sturgeon a destra; in basso, l’ex premier Alex Salmond
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