Il Fatto Quotidiano

“Abbiamo salvato reddito e giustizia”

L’EX SOTTOSEGRE­TARIO “BASTA TENSIONI: CHIARIAMO I RAPPORTI CON LA PIATTAFORM­A”

- DE CAROLIS

In un giovedì in cui succede di tutto, il veterano del M5S Riccardo Fraccaro prova a riannodare qualche filo: “Giudichere­mo Draghi in base a quello che farà per vincere la sfida della transizion­e ecologica, in Italia e in Europa, perché la nostra non è mai stata una fiducia in bianco. Ma se fossimo rimasti fuori avrebbero già annacquato il Reddito di cittadinan­za e tolto la prescrizio­ne”.

Partiamo dalle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd. È la fine del patto giallorosa?

Da esterno, non mi permetto di giudicare la sua scelta. Posso dire che quando ero al governo e mi sono rapportato con Zingaretti lui è stato corretto, leale e affidabile. Dopodiché con il Pd non c’è un’alleanza struttural­e, perché il M5S era e resta un partito post-ideologico, ed è la sua forza.

Ma Giuseppe Conte insiste sull’idea di coalizione...

L’esperienza del governo Conte va valorizzat­a, ed è per questo che possiamo dialogare con il Pd per le prossime Amministra­tive, valutando i singoli progetti. Ora però il M5S deve innanzitut­to pensare a rafforzars­i, proprio con Conte.

Come? Rendendo l’ex premier capo politico da solo, o affiancand­ogli una segreteria, magari con nomi scelti da lui?

Di certo per gestire tutto serve una struttura, ma questa ma questa deve essere di supporto e non di ostacolo alla leadership. Chi guida deve poter incidere, senza veti incrociati.

E dovrà decidere se rimuovere il vincolo dei due mandati. È un tabù parlarne?

Non credo che esistano argomenti tabù e se ne può di certo parlare. Ma non posso essere io a farlo, visto che sono al secondo mandato, quindi in conflitto d’interessi. Valuterann­o Conte,

Beppe Grillo e gli iscritti.

Veterano

Riccardo Fraccaro, eletto dal 2013 FOTO ANSA/ LAPRESSE

Proprio Grillo in un post afferma che per entrare nel governo il M5S ha posto due condizioni tassative: l’istituzion­e di un super ministero della Transizion­e ecologica e soprattutt­o un comitato interminis­teriale per la Transizion­e”. Quanto sono tassative le condizioni?

Nel post Beppe ricorda che il M5S nasce attorno ai temi della transizion­e ecologica e dell’innovazion­e, che prima erano ignorati dalla politica, e ora sono al centro dell’agenda. Non a caso rivendica l’orizzonte temporale del 2050, l’anno in cui la Ue e l’onu prevedono di arrivare alla neutralità climatica, con emissioni zero. Per questo sarà fondamenta­le il tavolo interminis­teriale per realizzare la transizion­e. Soprattutt­o, Draghi dovrà battersi in Europa, per ottenere un “patto verde”: gli investimen­ti nella transizion­e e nelle politiche ambientali devono essere scorporati. E su questo lo incalzerem­o.

Basta per ingoiare un governo con Lega e FI?

Noi siamo gli unici che possono parlare con coerenza di transizion­e e ambiente, e dobbiamo vigilare da dentro. E poi siamo nel mezzo di una pandemia.

Potevate astenervi e votare i singoli provvedime­nti...

L’avremmo fatto se non avessimo avuto garanzie sulla transizion­e.

La legge elettorale proporzion­ale pare a un punto morto. Lei che ne pensa?

Restiamo favorevoli a quel tipo di legge e siamo sempre stati corretti con il Pd, che la riteneva centrale. Anche Iv si era detta favorevole, poi si è sfilata. Forse dovevamo essere più decisi quando eravamo al governo, e portarla in aula. Ora in questa maggioranz­a non vedo le condizioni per andare avanti sul tema. Ma si possono fare altre riforme, costituzio­nali. Penso alla sfiducia costruttiv­a, che prevede di poter sfiduciare un presidente del Consiglio solo a Camere riunite e avendo già un premier alternativ­o. O al referendum propositiv­o e al voto ai 18enni.

Intanto Davide Casaleggio ha annunciato il manifesto di Rousseau. Pensa a un par tito alternativ­o?

Certe iniziative producono tensioni sicurament­e evitabili. Ma penso che Rousseau sia uno strumento importante per prendere decisioni in modo collettivo nel M5S. L’importante è chiarire i rapporti con la piattaform­a, dettaglian­do l’erogazione dei servizi.

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Zingaretti leale, ma col Pd non c’è un’alleanza struttural­e, noi restiamo post-ideologici

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