Il Fatto Quotidiano

Casaleggio adesso sfida Grillo e prepara la scissione degli ex

• Rousseau lancia il suo manifesto, il garante fa il “mite”

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Grillo, il padre che deve tenere assieme la prole, prova a giustifica­re il sì a Draghi ponendogli paletti nel nome del futuro e dell’ambiente. Sempre insistendo su quel 2050 che è l’orizzonte per non sparire dentro la propria crisi, e infatti la sigla Mov i me n to 2 05 0 . i t comparirà anche nel nuovo simbolo del Movimento.

MA FUORI ci sono Davide Casaleggio con l’elmetto e la sua Associazio­ne Rousseau, che annunciano per il 10 marzo un manifesto, “perché è arrivato il momento di riattivare i motori e cominciare la nostra corsa controvent­o”. Molti espulsi di fresco, nomi come Barbara Lezzi, Nicola Morra e Elio Lannutti, gli battono le mani. E pare l’embrione di una sorta di scissione, di un nuovo movimento per recuperare i valori originari del M5S. Un dolore per il Garante, che pure ha fatto di tutto per evitare lo scontro finale tra il Movimento e Casaleggio. Invece è strappo, e tanti grillini corrono a chiedere di potersi cancellare da Rousseau, mentre il ministro Stefano Patuanelli è feroce: “Auguri a Rousseau, il M5S non va di bolina ma con il vento in poppa e con Conte”. Tutto questo, nel giorno in cui Nicola Zingaretti si dimette da segretario dem, mettendo a serissimo rischio l’alleanza giallorosa. E nello stesso giovedì in cui Grillo diffonde un torrenzial­e post in cui spiega l’entrata nel governo: “Il M5S ha deciso di non sottrarsi alle sue responsabi­lità, per contribuir­e a fare un uso più lungimiran­te possibile dei 210 miliardi” del Recovery Plan. Quindi sì a Draghi, “a cui abbiamo posto due condizioni tassative, l’istituzion­e di un super ministero della Transizion­e ecologica e soprattutt­o del Comitato interminis­teriale per la Transizion­e, sotto la responsabi­lità diretta del premier”. Ossia un tavolo permanente tra tutti i ministri, D’altronde, sostiene sempre Grillo, “nella trattativa con Draghi il M5S ha puntato sulla sostanza e sul peso dei ministeri, non sul loro numero. C’è un ministero maggiore, quello della Transizion­e”. Così sostiene il Garante, che cita Conte, ricordando che “gli è stato chiesto di scrivere insieme un progetto per il futuro del Movimento”. Ed è un modo per dire che anche lui ci metterà mano. Infine Grillo blinda, ancora, Virginia Raggi: “Il Comune di Roma è in buona posizione per dare nuovo slancio ecologico alla città”. Però poi c’è Casaleggio. “Non è più tempo di accontenta­rsi – scrive l’associazio­ne Rousseau – Per tornare a volare alto dobbiamo anteporre le idee alle persone e le riforme alle poltrone”.

È L’ANATEMA, e la scissione, anche se un big sussurra: “Vuole solo alzare la posta”. Anche perché Casaleggio chiede ancora al M5S restituzio­ni per quasi 450 mila euro. Ma ormai le strade si dividerann­o. Con Alessandro Di Battista che si tiene a debita distanza dalle due parti. E Conte? “Lavora al progetto” ripetono. Cioè al nuovo Statuto dove sono previsti segretari regionali e una tesoreria centrale, per il M5S del 2050. Quello dove Casaleggio non ci sarà.

‘‘ Per tornare a volare alto dobbiamo anteporre le riforme alle poltrone Associazio­ne Rousseau ’’

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LAPRESSE Beppe Grillo e Davide Casaleggio

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