Lazio, mascherine farlocche: 2 milioni pure negli ospedali
Ben due dei 5 milioni di mascherine farlocche, acquistate a marzo 2020 dalla Regione Lazio, sono state distribuite a medici e infermieri negli ospedali romani. Gli altri 3 milioni di dispositivi sono invece rimasti fermi nei depositi della Regione Lazio. Il dato emerge dall’inchiesta della Procura di Roma per truffa in pubbliche forniture, che vede indagati gli editori Andelko Aleksic e Vittorio Farina, rispettivamente il rappresentante legale pro-tempore e delegato del fornitore European Network Tlc srl.
Come è potuto accadere? È la Guardia di finanza a mettere in fila le date. Le mascherine sono state distribuite a partire dal 31 marzo 2020, data della prima consegna. Il primo alert delle Dogane sulla validità delle certificazioni è del 7 aprile e riguarda solo una tranche di Dpi, con la Protezione civile del Lazio che due giorni dopo, il 9 aprile, blocca la distribuzione in attesa di chiarimenti. La lettera alla Regione con cui le Dogane dichiarano “prive di idonea certificazione” le mascherine della Ent srl è però del 6 maggio 2020, un mese dopo. Qui entra in gioco la presunta falsificazione dei certificati, su cui si indaga. Nel mese di giugno, a quanto ricostruito, gli indagati si adoperano per ottenere una certificazione Sgs che dichiari la validità dei Dpi. Il documento viene prodotto l’8 luglio e spinge il Comitato Tecnico Scientifico nazionale a dare il nulla osta alle mascherine. Ma, come poi verificato dai finanzieri, la validazione riguarda un prodotto del tutto diverso da quello fornito alla Regione.
Non solo Lazio. L’inchiesta romana si allarga anche alla Regione Sicilia, cui la società di Aleksic ha venduto 1 milione di guanti per 5,3 milioni di euro. A questa partita, nelle carte gli inquirenti collegano gli 58.784 euro, pagati dalla Ent srl all’ex ministro Francesco Saverio Romano, indagato per traffico di influenze. In sede di perquisizione, Romano ha prodotto giustificativi che gli inquirenti però ritengono “fittizi”.