Il Fatto Quotidiano

Festival delle donne malgrado il turnover Ecco il toto-vincitori

Il Festival perde Simona Ventura, positiva al Covid. Il cast fisso è tutto maschile, ma Elodie, Matilda e le altre conquistan­o il pubblico

- Silvia Truzzi INVIATA A SANREMO

Ama che ama le donne: sarà per questo non se n’è tenuta accanto una per più di una sera? “Ho voluto fare un festival molto al femminile, e farlo al femminile voleva dire avere molte presenze. Ho voluto che molte donne portassero il loro mondo, mi piaceva di più che avere presenze fisse. È un mio pensiero artistico, ovviamente, ma ne sono orgoglioso”.

PENSIERO artistico e pure un po’ debole. Quest’anno così, come l’anno scorso, le donne hanno fatto la staffetta. Quest’anno come l’anno scorso, il cast fisso è di soli uomini: oltre ad Amadeus, all’irrinuncia­bile Fiorello (monumento), anche Zlatan Ibrahimovi­c e Achille Lauro. Eppure le donne si sono prese il palco ( con alcuni distinguo, naturalmen­te). Matilda De Angelis (a cui gli autori hanno scritto un monologo “da Baci Perugina”) se l’è cavata benissimo, nonostante la comprensib­ile emozione. Per non dire di Elodie: ha cantato e ballato che Lady Gaga levati, ha presentato e si è scritta pure un monologo per niente ovvio. “Il mio quartiere mi ha dato tanto e mi ha tolto tanto e non parlo solo delle privazioni materiali, come non avere l’acqua calda o non riuscire ad arrivare a fine mese, ma anche della voglia di sognare. Non bisogna sempre sentirsi all’altezza delle cose, l’importante è avere il coraggio di farle e poi si aggiusta in corsa. Essere all’altezza non è più un mio problema, perché essere all’altezza è un punto di vista”. Beatrice Venezi, giovane ma già affermata direttrice d’orchestra, in giuria ad Amasa

nremo , è stata la madrina dei giovani: “Se Sanremo è lo specchio del Paese l’attenzione ai giovani è un importante segnale di innovazion­e e modernità. I giovani non sono solo il futuro, sono il presente dell’italia”. La presenza all’ariston è anche l’occasione per far affermare l’idea che “la musica classica non è roba da vecchie signore... Portarla in un contesto diverso dal solito è veramente importante, consente di arrivare a un pubblico più ampio, di dimostrare che un contenuto apparentem­ente elitario invece appartiene a tutti. L’italiano perde un po’ la dimensione ludica della musica, in altre lingue è più evidente:

play piano, o jouer du piano”. E a proposito di messaggi, la dirompente Loredana Bertè (che ha risollevat­o la prima serata) con una sola frase e un gesto (le scarpe rosse sul palco) ne ha mandato uno potentissi­mo: “Al primo schiaffo bisogna denunciare”.

Vittoria Ceretti, super top chiamata dopo la defezione di Naomi Campbell, è l’unica presenza femminile a interpreta­re l’ormai desueto ruolo della valletta. Simona Ventura, fermata ieri dal tampone positivo, salterà la serata finale e probabilme­nte non sarà sostituita. Ieri abbiamo visto Barbara Palombelli, che in conferenza stampa (oltre a un amarcord stucchevol­e, “Gianni Borgna, Walter Veltroni, Goffredo Bettini e io eravamo già pazzi di Sanremo ai tempi della scuola”) ha citato due volte Mediaset. Non proprio fair, anche consideran­do che mercoledì sera è andata in onda con la sua trasmissio­ne contro il festival.

A PROPOSITO

di genere, sono da segnalare due polemichet­te: una riguarda i fiori, che Francesca Michielin ha passato a Fedez ( idem Victoria dei Maneskin e Arisa). L’altra querelle riguarda il machismo di Ibra, molto alpha . In modi diversi lo sono un po’ tutti i protagonis­ti. E dunque: la scelta della staffetta rosa è dettata da un’incapacità di lavorare accanto alle donne o dal timore di essere messi in ombra? Speriamo che l’anno prossimo si prenda atto di un cambiament­o che nei fatti è già avvenuto. Se sarà un Ama ter è presto per dirlo: gli ascolti non sono stati incoraggia­nti nemmeno giovedì (44,3% di share, 11 punti meno del 2020).

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Amadeus e Beatrice Venezi, coconduttr­ice
FOTO LAPRESSE Tra palco e realtà Amadeus e Beatrice Venezi, coconduttr­ice

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