Primarie Roma, Letta non molla e spera ancora in Zingaretti
“Un patto per la ricostruzione del Paese” che tenga conto dei vulnerabili (donne, giovani e Sud). Enrico Letta alla fine dell’assemblea del Pd a un mese dalla sua elezione dice tra le righe quello che ancora non vuole dire direttamente: il Pd deve incidere di più sul governo e Mario Draghi, da premier, deve andare oltre il Recovery Plan, ma ripensare il Paese in tutta la sua complessità. Con tutte le forze politiche e anche quelle sociali.
Il “format” dell’assemblea è la rappresentazione del momento di passaggio (anche piuttosto precario) del partito: molti interventi dai territori (d’altronde si presentano i risultati dei Vademecum nei Circoli), praticamente nessun big (a parte il ministro del Lavoro, Andrea Orlando) né a sostegno del segretario, né contro. Le correnti aspettano di vedere come va. E intanto si organizzano. Letta dal canto suo ha la consapevolezza di dover incidere di più sul governo. Dunque, insiste sul fatto che “diritti sociali e fine del mese” stanno insieme, chiede all’esecutivo di dare seguito alla richiesta di cittadinanza a Patrick Zaki (il premier il giorno prima sul tema era stato evasivo), ribadisce l’esigenza di andare alle politiche con “un nuovo centrosinistra guidato dal Pd, che dialoghi con M5S” (tentativo di tenere insieme i nostalgici dell’esperienza giallorosa alla Goffredo Bettini e i più “draghiani” tra i dem).
Ma mentre lancia le Agorà (una sorta di congresso non congresso programmatico) sa benissimo che per realizzare il suo progetto politico deve vincere le Amministrative. Il dossier è ingarbugliato ovunque, ma la partita più spinosa resta quella di Roma. Martedì verrano lanciate le primarie nella Capitale: data prevista, il 20 giugno. Dal Nazareno sostengono che si tratta di una data prescelta per consentire la partecipazione in presenza. Ma in realtà così si dà più tempo a Nicola Zingaretti per pensarci: l’ex segretario continua a dire di no, ma il pressing nei suoi confronti continua. Anche Letta sarebbe convinto che può indebolire Carlo Calenda e battere Virginia Raggi. Lui continua a pensare che senza il ritiro di questi due non può correre. Almeno per quel che riguarda la Regione Lazio ci sarebbe un successore pronto a scendere in campo: Alessio D’amato, l’assessore alla Sanità, deciso a portare a termine una campagna vaccinale record, ma che si sta facendo notare anche per il suo attivismo e la sua sovra-esposizione.
PROBLEMI
AMMINISTRATIVE E CAPACITÀ DI INCIDERE SUL GOVERNO