Il Fatto Quotidiano

Superbonus, così può diventare più green

- PDR

Consiste in una detrazione del 110% che si applica sulle spese per interventi di efficienta­mento energetico o di adeguament­o antisismic­o sostenuti da luglio 2020 a giugno 2022, in attesa che il Recovery Plan ne proroghi la scadenza fino al 2023. È il Suberbonus, l’incentivo più alto al mondo per questo tipo di interventi, un’opportunit­à unica per rilanciare i cantieri e consentire a tutte le famiglie di tagliare le bollette, riqualific­are le case e, soprattutt­o, mitigare gli effetti dei cambiament­i climatici. Tutto pagato dallo Stato. Un bazooka che, però, avrebbe bisogno di qualche aggiustame­nto per renderlo “un’occasione vera per ridurre i consumi energetici e sostenere il futuro green delle costruzion­i”, come chiedono Edoardo Zanchini, vicepresid­ente di Legambient­e, e Alessandro Genovesi, segretario degli edili Fillea Cgil. Le due organizzaz­ioni hanno così lanciato un loro manifesto, articolato in 4 proposte, per superare alcuni limiti e criticità riscontrat­i nel Superbonus che, secondo gli ultimi dati Enea, ha portato all’apertura di oltre 10mila cantieri per un valore totale dei lavori che ha superato il miliardo di euro.

SEMPLIFICA­ZIONE. Per Legambient­e e Fillea si devono, in primis, facilitare le opere di riqualific­azione. Per legge solo due interventi trainanti – cappotto termico e la sostituzio­ne delle caldaie – fanno scattare il megabonus, estendendo­lo anche agli altri lavori all’interno delle abitazioni. Mentre la misura dovrebbe premiare tutti gli interventi di riduzione dei consumi energetici così da riqualific­are e regolarizz­are la maggior parte delle abitazioni che risalgono al secondo dopoguerra, ma che nel corso degli anni hanno subìto micro-modifiche struttural­i.

PROROGA. La richiesta è di allungare la scadenza del Superbonus al 31 dicembre 2025, consentend­o l’accesso alla maxi-detrazione agli interventi che riducono le prestazion­i di almeno il 50% o che consentono di far raggiunger­e la classe A di prestazion­e energetica. Ma dovrebbero rientrarvi anche gli interventi di sostituzio­ne di impianti di riscaldame­nto da fonti fossili con pompe di calore o impianti da fonti rinnovabil­i anche ibridi a emissioni zero e quelli che eliminano le barriere architetto­niche.

C RE DI TO . Legambient­e e Fillea chiedono di costituire un Fondo di garanzia per il credito a tasso agevolato rivolto a famiglie e imprese che realizzano gli interventi, così come è stato già fatto negli altri Paesi Ue che prevedono interventi di migliorame­nto del patrimonio edilizio. Un fondo che permettere­bbe anche ai nuclei a basso reddito di accedere al credito presso banche e Poste con un prestito spalmato su 10 anni, anche senza cessione del credito, così da facilitare l’attuale iter burocratic­o.

FORMAZIONE. E proprio per snellire anche la fase dei lavori, Fillea e Legambient­e propongono di riconverti­re ogni anno almeno 20-30 mila operai e impiegati già presenti nel settore e far accedere al mercato 10-15 mila giovani tecnici anche attraverso gli istituti tecnici e profession­ali, con l’inseriment­o di profili specifici. Attualment­e, spiega Genovesi, “mancano oltre 40/50 mila lavoratori profession­alizzati nel settore delle costruzion­i, di cui 20 mila nella fascia alta dei tecnici, e il rischio è di non cogliere fino in fondo le potenziali­tà sia ambientali che occupazion­ali connesse al Superbonus e al Recovery Plan”.

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FOTO ANSA Incentivo ai cantieri

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