Il Fatto Quotidiano

IL MENDICANTE IN FIERA, IL MANTELLO MAGICO E LA GENEROSITÀ DI LEO

- DANIELE LUTTAZZI

Dai racconti apocrifi di Colette. C’era una volta una coppia di poveri contadini che aveva tre figli: Gaston, Bernard e Leo. Abitavano tutti in una catapecchi­a presso un fiumiciatt­olo, circondata da peri che davano frutti dolci e succosi. Gaston e Bernard erano prestanti e scorbutici, Leo aveva una piccola gobba e un animo buono. Un giorno, il padre fece raccoglier­e ai figli due sacchi di pere e mandò Gaston al mercato per venderle. Lungo la via, Gaston incontrò un vecchio mendicante cencioso, che gli chiese cosa avesse nei sacchi. Gaston lo apostrofò con disprezzo: “Sono pieni di merda, se proprio vuoi saperlo”. Il vecchio disse: “Non ti darò del bugiardo”. Quando Gaston arrivò al mercato, i garzoni reali gli si avvicinaro­no con le loro ceste: lui svuotò un sacco in una cesta, ne uscì una valanga di merda. Appresa la notizia, il re si infuriò, e fece dare 100 scudisciat­e al fellone. Gaston tornò a casa tutto dolorante, e dalla vergogna filò a letto senza dare spiegazion­i.

Il mattino dopo, il padre inviò al mercato Bernard, con altri due sacchi di pere da vendere. Al vecchio mendicante, Bernard rispose con disprezzo: “Sono pieni di sassi”. “Non ti darò del bugiardo”, disse il vecchio. Al mercato riempì di sassi una cesta dei garzoni reali, e il re gli fece dare 200 scudisciat­e. Anche Bernard tornò a casa tutto dolorante, e filò a letto senza dare spiegazion­i. Il mattino dopo, il padre inviò al mercato Leo con le pere. Al vecchio mendicante, Leo rispose: “Oh, questi due sacchi sono pieni delle pere più dolci e succose che tu abbia mai visto. Permettimi di offrirtene qualcuna”. E gliene diede una dozzina. Il vecchio gli prese la mano: “Ecco: d’ora in poi, ogni cosa su cui poggerai la tua mano ti dirà la verità”. Poi regalò a Leo la sua veste: era lurida e piena di buchi, ma Leo accettò per accontenta­rlo. Il vecchio gli disse: “Se mai avrai bisogno di qualcosa, cerca nelle tasche”. I garzoni reali, stavolta, tornarono alle cucine con le ceste piene delle pere più buone del mondo, e il re si leccò le labbra. Col ricavato, Leo comprò un cavallo e un carro, che colmò di cose buone da mangiare: a casa si fece una gran festa. “E potrebbero essermi rimasti ancora dei soldi”, disse Leo, dopo che ebbe finito di raccontare la sua storia incredibil­e: e, infilata una mano nella tasca della veste sudicia, ne estrasse una banconota da 100 franchi. E poi un’altra. E un’altra ancora.

“Siamo ricchi!” esclamò. Dopo aver sistemato i suoi genitori e i suoi fratelli in una bellissima fattoria, Leo decise di andare in città a sposarsi. Comprò una bellissima villa con un parco monumental­e, assunse della servitù e presto divenne famoso perché aiutava con la sua carità tutti i poveri. Il re lo venne a sapere e si incuriosì. “Deve essere più ricco di me. E io ho tre figlie da sposare”. Convocò Leo a reggia, gli presentò le sue bellissime figlie, e gli chiese di scegliere in sposa quale gli piaceva di più. Leo posò la mano sul monte di Venere della prima e chiese: “Chi è già stato qui?”. “L’intero reggimento dei cavallegge­ri reali”, risposero le labbra occulte. Fece lo stesso con la seconda: “Chi è già stato qui?”. “L’intero reggimento dei cavallegge­ri reali”, risposero anche quelle. Leo fece lo stesso con la terza: “Chi è già stato qui?”. Ma quelle labbra non rispondeva­no. Leo allora posò la sua mano sul sedere della ragazza: “Perché davanti non rispondono?”. “Perché hanno passato la notte con l’intero reggimento dei cavallegge­ri reali, e sono esauste”, rispose il buco del culo. La corte esplose in una risata fragorosa, e il re, infuriato, chiuse le figlie in convento. Leo diventò il consiglier­e più fidato del re. E a letto la regina era una bomba.

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