Il Fatto Quotidiano

Firmiamo contro il vitalizio ai corrotti: “Il Senato ricorra”

Privilegi da condannati Senato, cosa si può fare dopo che il tribunale interno ha restituito l’assegno a Formigoni e Del Turco? Le richieste avanzate dal “Fatto”

- ▶ GIARELLI, PROIETTI E ROSELLI

■La nostra campagna dopo la decisione della Commission­e Contenzios­a sul ricorso del condannato Formigoni e l’annullamen­to della delibera Grasso. Pertici: “Sentenza illegittim­a”

Il Fatto Quotidiano lancia una petizione in modo che i cittadini possano farsi sentire da Maria Elisabetta Alberti Casellati. Fino a convincere il Senato a sollevare un conflitto di attribuzio­ne di fronte alla Corte costituzio­nale ora che la Commission­e contenzios­a presieduta dal suo collega di Forza Italia Giacomo Caliendo ha ripristina­to il vitalizio per Roberto Formigoni e per tutti gli ex senatori, anche se condannati per reati gravissimi come mafia e terrorismo. Anche a costo di cancellare le regole che lo stesso Senato si era dato dal 2015 e attraverso le quali era stato possibile sospendere l ’ erogazione dell’assegno agli ex di lusso, ma con la fedina penale sporca, come ad esempio Silvio Berlus coni e Marcello Dell’utri .

Ora invece si rischia di tornare all’antico, grazie a una decisione che fa arrossire e a cui si vorrebbe mettere la sordina.

I PARTITI IN SILENZIO

L’appello dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso, che ha indicato la strada del conflitto di attribuzio­ne di fronte alla Consulta oltre che quello del ricorso all’organo di appello interno, finora ha avuto un’accoglienz­a tiepida. Chi ci sta? Quelli di Forza Italia sicurament­e no: dicono che Caliendo è stato impeccabil­e e che la Commission­e che presiede “è più di un tribunale. È come la Consulta. Quindi è impensabil­e il conflitto di attribuzio­ne: il Senato è giudice di se stesso”.

Su Grasso fa melina Fratelli d’italia. E la Lega? Non pervenuta: il vitalizio pure ai condannati non è un tabù.

È invece possibilis­ta la neo capogruppo del Pd, Simona Malpezzi , ma c’è un ma: “Gli elementi per sollevare il con

flitto di attribuzio­ne ci sono ed è buona norma che il Senato tuteli le proprie decisioni”. Anche se poi lascia intravvede­re anche un altro scenario: “Il Consiglio di presidenza ha la possibilit­à di riscrivere bene una delibera, inattaccab­ile dai ricorsi e coerente con la giurisprud­enza di legittimit­à”.

Ma intanto la delibera sui condannati è diventata carta straccia dopo la sentenza di Caliendo, resa esecutiva con il sigillo di Sua Presidenza Casellati. Che si fa? “Attendiamo di leggere le carte, poi decideremo che fare. Anche se par di capire che i 5Stelle sono vittime di se stessi: se avessero approvato i paletti che avevamo proposto per il reddito di cittadinan­za non sarebbe stato possibile ridare il vitalizio ai condannati”, dice il capogruppo di FDI Luca Ciriani facendo eco alle motivazion­i adottate dalla Commission­e Caliendo. Che intanto però fa festeggiar­e gli ex senatori con una condanna sul groppone.

L’INEFFABILE CALIENDO

Del resto Caliendo aveva già tanti fan pure tra quelli a posto con il casellario giudiziale. Già l’anno scorso gli aveva dato di piccone azzoppando il taglio dei vitalizi deciso nel 2018 per ragioni di equità sociale: ora che il vitalizio l’hanno ridato pure ai condannati, attendono più sereni il giudizio di appello affidato alla commission­e presieduta dall’altro forzista Luigi Vitali.

Insomma, l’austerità durata una paio d’anni, per Lorsignori condannati e non, pare alle spalle. Ci crede l’avvocato e già deputato azzurro Maurizio Paniz, che dopo la nuova autostrada che si è aperta al Senato già si frega le mani in attesa dell’effetto domino: “Spero che l’annullamen­to della delibera Grasso venga recepito dagli organi giurisdizi­onali della Camera per eliminare l’omologa delibera Boldrini, impugnata dal alcuni ex parlamenta­ri, tra cui l’ex ministro Francesco De Lorenzo che io assisto e che ha impugnato oltre quattro anni fa”.

Insomma, l’auspicio è che si torni ai fasti di un tempo e che venga restaurato anche quello che era davvero impensabil­e, ossia la riapertura dei rubinetti persino a mafiosi e corrotti, con Formigoni che, dimentico di essere ai domiciliar­i non certo per meriti, ora se la gode ad attaccare quei “manettari rosiconi” dei 5Stelle e pure a dileggiare l’ex “supermagis­trato di tutte le Sicilie”, Pietro Grasso. Su cui è partita la controffen­siva, dopo l’intervista sui vitalizi che ha rilasciato al Fatto Quotidiano: è stata tirata in ballo persino la sua famiglia e attacchi forsennati si sono registrati da parte di Forza Italia dopo che l’ex procurator­e Antimafia ha denunciato l’operato della Commission­e Caliendo.

LA LEGA VOLTAFACCI­A

“La Contenzios­a si è attribuita il potere di annullare erga omnes una delibera del Consiglio di Presidenza. Poteva farlo? A nostro avviso no”, dice il capogruppo del M5S,

Ettore Licheri. Affonda la lama Paola Taverna: “La verità è che si vogliono riprendere i vitalizi, e questo è un problema politico prima che giuridico”, ha detto ieri la pentastell­ata al Fatto , che ha chiesto a Casellati di sollecitar­e il Segretario generale di Palazzo Madama perché presenti ricorso in Appello rispetto alla decisione della Commission­e contenzios­a che “ha un presidente di Forza Italia e altri due membri che appartengo­no alla Lega. Eppure il Carroccio aveva accompagna­to e appoggiato i nostri provvedime­nti sui vitalizi. Il problema lo abbiamo posto a tutti pubblicame­nte, ma rimaniamo gli unici a protestare. Evidenteme­nte una certa classe politica vuole ridarsi i vitalizi”. Già, la Lega. Matteo Sal

vini a luglio aveva lanciato una raccolta di firme contro i vitalizi dopo che a Palazzo Madama sempre la Commission­e Caliendo aveva bocciato il taglio dei vitalizi: di quella raccolta di firme però non si è saputo più niente.

E ora sul ripristino degli assegni ai condannati, il leghista non ha proferito parola, anzi. Due dei suoi, S im on e P il lo n e Al essandra Riccardi , come ha ricordato Taverna, hanno vergato assieme a Caliendo e ai due laici, nominati a inizio legislatur­a dalla Casellati, la sentenza della Commission­e contenzios­a che fa brindare Formigoni, ma pure tutti gli ex inquilini di Palazzo con la fedina penale sporca. E Salvini muto.

Prima il ricorso al Consiglio di garanzia, poi la Corte, autodichia permettend­o

Andrea Pertici

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