Il Fatto Quotidiano

I 49 milioni pagati con soldi pubblici

LA TRUFFA ALLO STATO Nel 2018 l’accordo coi magistrati di Genova per restituire il denaro. La scoperta: il Carroccio ripiana col 2 x 1000 versato dai contribuen­ti

- » Stefano Vergine

IL GIOCO DELLE 2 CASSE A VERSARE AI PM GENOVESI LA RATA DI 600MILA EURO ALL’ANNO È IL “VECCHIO” PARTITO, MA ALLE ULTIME ELEZIONI LE DUE LEGHE SI PRESENTAVA­NO INSIEME

Ufficialme­nte i partiti sono due, distinti e indipenden­ti fra loro. Da una parte c’è la vecchia Lega Nord per l’indipenden­za della Padania, la storica casa dei leghisti. Dall’altra parte c’è Lega Salvini Premier, il partito fondato damatteo Salvini nel 2017. È sulla base di questa netta separazion­e che è stata decisa la vicenda dei 49 milioni di euro. Il debito con lo Stato è infatti in capo alla sola Lega Nord. Così è risultato da un accordo tra Salvini e la Procura di Genova, del settembre 2018, con cui il Carroccio ha ottenuto di poter restituire il maltolto ai cittadini italiani a condizioni speciali: rate da 600 mila euro all’anno, per una dilazione in quasi 80 anni, senza interessi. Condizioni rarissime, accordate in nome del rischio democratic­o, cioè di eliminare nei fatti un partito politico togliendog­li tutti i soldi. C’è però qualcosa che stride con questa narrazione. Se i due partiti sono distinti e indipenden­ti tra loro, se cioè non esiste continuità giuridica, perché alle ultime elezioni politiche la Lega si è presentata con il simbolo del partito nuovo e con lo statuto di quello vecchio?

Lo raccontano i documenti depositati al ministero dell’interno. Alle Politiche del marzo 2018, Salvini si è presentato con il nome e lo statuto del vecchio Carroccio, ma con il simbolo di Lega Salvini Premier. Il contrasseg­no del nuovo partito è stato depositato da Roberto Calderoli nel gennaio del 2018, quando la Lega Salvini Premier era appena stata creata. Per partecipar­e alle elezioni, un nuovo partito doveva raccoglier­e almeno 375 firme per ogni collegio elettorale (64 in totale). La decisione di Salvini fu di presentars­i come Lega Nord, ma di usare il nuovo marchio come vetrina. Come se i due partiti fossero la stessa cosa. Mossa contraria alla logica applicata pochi mesi dopo alla restituzio­ne del debito verso lo Stato dei 49 milioni, rimasto invece in carico solo al vecchio Carroccio.

OGGI LA LEGA NORD è ormai a tutti gli effetti una bad company, con pochissime entrate e moltissimi debiti, mentre Lega Salvini Premier gode di ottima salute finanziari­a. Lo raccontano gli ultimi bilanci disponibil­i, quelli del 2019. Lega Nord ha incassato in tutto 1,4 milioni. La metà arriva dal 2 x 1000, denaro che ogni cittadino può decidere di versare, invece che allo Stato sotto forma di Irpef, al proprio partito preferito. È con questi soldi che Salvini sta ripagando il debito dei 49 milioni. Un paradosso: così facendo Lega Nord ripaga allo Stato il suo debito usando denaro sostanzial­mente pubblico: la norma sul 2 x 1000 prevede infatti che, nel caso in cui il contribuen­te non effettui una scelta sulla destinazio­ne della quota Irpef, la somma vada allo Stato.

Nel bilancio della Lega dunque le entrate sono pari a 1,4 milioni. Ma le spese, 1 ,7 milioni in totale, portano il risultato finale in rosso per 292 mila euro.

Tutt’altra musica per Lega Salvini Premier: nel 2019 il nuovo partito ha incassato 9,7 milioni di euro. Qui ora arrivano buona parte delle donazioni fatte da cittadini e aziende (5,8 milioni) e del 2 x 1000 (3 milioni). Salvini ha insomma spostato quasi tutte le finanze sul nuovo partito, lasciando al vecchio i debiti e quelle minime entrate necessarie per saldare le rate da 600mila euro all’anno di debito verso lo Stato. Anche le spese sostenute da Lega Salvini Premier sono rilevanti (8,8 milioni), ma il risultato finale, cioè la differenza tra entrate e uscite, è positivo per 875 mila euro.

Numeri che contano, perché nell ’accordo sulla rateizzazi­one del debito è previsto che, oltre ai 600 mila euro annui che Lega Nord deve restituire, venga anche sequestrat­a “la differenza tra i ricavi dati dalle somme future incassate e le spese, risultanti dal bilancio certificat­o o comunque accertato”. In altre parole, se la Lega Nord si ritrovasse con un po’ di utile a fine anno, il denaro avanzato andrebbe allo Stato. Cosa che però non succede, perché Lega Nord chiude in rosso. Proprio grazie allo spostament­o di tutti gli incassi sulla nuova creatura, Lega Salvini Premier.

SU QUESTO PRESUNTO gioco delle due carte potrebbe essere presto un giudice a esprimersi. In un atto di citazione indirizzat­o al Tribunale di Milano, in cui chiede che gli vengano pagate 6,3 milioni di euro di parcelle legali mai saldate, l’ex avvocato della Lega Nord e di Umberto Bossi, Matteo Brigandì, denuncia infatti la continuità finanziari­a dei due partiti.

Brigandì – che si considera un creditore del movimento – chiede le parcelle mai saldate a entrambi i partiti, la vecchia e la nuova Lega. “La Lega Salvini Premier, in buona sostanza, è la stessa associazio­ne di Lega Nord per l’indipenden­za della Padania”, si legge nell’atto di citazione. Per l’ex avvocato di Bossi gli elementi per dimostrare la continuità giuridica tra i due movimenti sono parecchi: la coincidenz­a delle sedi (sono entrambi registrati al 41 di via Bellerio), il fatto che “l’intera dirigenza dei due partiti sia la medesima” e poi Brigandì allega alla causa civile un’intervista rilasciata da Salvini nel 2018 a uno studente per la sua tesi di laurea.

Rispondend­o alla domanda “Si può dire che in questo momento esistano due Leghe?”, l’ex ministro ha argomentat­o: “Mi sento di rispondere di no. Esiste ‘ la Lega’, con la sua storia, il suo presente e il suo futuro. Un movimento capace di aggiornare la sua agenda ai tempi che cambiano”. “Dal punto di vista elettorale”, chiede lo studente, “al momento esistono due Leghe. Quando e come verranno fuse in un unico partito?”. E Salvini: “Sarà un processo entusiasma­nte che prenderà il via a breve”. Per Brigandì è la dimostrazi­one che i debiti della Lega devono essere onorati anche da Lega Salvini Premier. La decisione del Tribunale dimilano dovrebbe arrivare il 28 luglio.

L’escamotage È il “vecchio” partito a sborsare la rata di 600 mila euro l’anno. Ufficialme­nte ci sono due movimenti, ma alle ultime elezioni politiche si sono presentati insieme

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