Pnrr, Meloni da Draghi E Renzi fa anticamera
Mentre Mario Draghi ascolta la delegazione di Fratelli d’italia e prende nota delle istanze che gli porta Giorgia Meloni, quella di Italia Viva, guidata da Matteo Renzi, aspetta giù. L’immagine è plastica: la Meloni è diventata la leader da temere. Renzi, dopo aver fatto cadere Conte e aperto la porta a Draghi, è del tutto marginale. L’unica opposizione sta dentro per oltre un’ora e mezza, rispetto ai 40 minuti previsti. D’altra parte, la Meloni esce e dice quello a cui tutti gli altri girano intorno: “Il Pnnr è sconosciuto, il governo non ha ritenuto di illustrarlo”. Con tanto di affondo: “Il Parlamento ha discusso di un piano del governo Conte. In teoria il Pnrr va presentato entro il 30 aprile, il presidente Draghi verrà in Aula il 26 aprile, quindi 4 giorni prima. Il rischio che il Parlamento e l’opposizione non abbiano la possibilità di giudicare il Piano sono molto alti”. In effetti, è proprio così. Nessun voto è previsto alla Camera e al Senato. Nessuno dei partiti convocati ha visto il Piano. E neanche i ministri non direttamente coinvolti. Per vararlo, è previsto un Cdm, forse venerdì. Resta ignota anche la governance sulla quale cadde Conte. Varie ipotesi allo studio: la più gettonata è il “modello Cipe”, ovvero dovrebbero guidare Palazzo Chigi e i ministri coinvolti, con possibili aggiunte di volta in volta a seconda dei temi trattati e dei ministri competenti.
DRAGHI NON HA alcuna intenzione di rimandare la presentazione del piano. Anche perché da Bruxelles comincia a trapelare l’impressione che l’italia sia in ritardo, tanto da poter far slittare la consegna fino al 15 maggio ( come riportava la Reuters domenica). Ma c’è anche una certa pressione e qualche preoccupazione. Peraltro, forse la palese volontà del premier di porsi come il primo leader europeo (dalla critica ai contratti sui vaccini stipulati dalla Commissione alla definizione di Erdogan come “dittatore”) comincia a creare qualche fastidio. Dieci giorni fa Draghi e Paolo Gentiloni, commissario agli Affari Economici, si sono incontrati ma non hanno fatto filtrare neanche uno spiffero. Silenzio significativo. I due sono in contatto continuo, l’esame formale della Commissione avverrà dopo la proposta.
Nessun problema però da Iv. Nessun faccia a faccia scoppiettante tra Draghi e il fu Rottamatore. Anzi, l’incontro viene descritto come “molto noioso”. Sentire Maria Elena Boschi alla fine: “Aspettiamo che il governo trasmetta al Parlamento la versione nuova” che ha elementi di forte differenza rispetto a quello di Conte “su governance, monitoraggio, semplificazione”. Peccato che poi ammetta che sul Piano le sue conoscenze sono molto relative: “Abbiamo rimarcato al premier la necessità di vederlo”. Però è pronta a rivendicare la “priorità” data alla sanità e il capitolo infrastrutture.