Il Fatto Quotidiano

Scuola “Cari Brunetta e Bianchi, fate i concorsi: non una sanatoria”

LO DICOALFATT­O

- CINZIA MION, DIRIGENTE SCOLASTICA IN PENSIONE

GENTILE REDAZIONE, si sta discettand­o della cosiddetta proposta Brunetta intorno ai concorsi pubblici. Pare che questo “pateracchi­o”, definito proposta, abbia la funzione di “sbloccare” i concorsi già a bando, e non completati, insediando competenti commission­i esterne… Be’ se è vero, “Dio ce ne scampi e liberi”. Io faccio riferiment­o ai concorsi della scuola. Per quel che è dato sapere sembra che il progetto di avviare una sanatoria più o meno camuffata stia per essere portato a termine... È il medesimo sistema di quello inaugurato (quanti anni fa?) dal ministro Malfatti come sanatoria per i precari. E insieme a questo vulnus, destinato purtroppo a ripetersi, a quel tempo è stato anche varato un patto “implicito” scellerato: “Ti chiedo poco e ti do poco”. Da quel momento la profession­e dell’insegnante è diventata poco appetibile per il genere maschile con conseguent­e progressiv­a femminiliz­zazione del ruolo docente.

Oggi la sanatoria possiamo benissimo chiamarla “condono”. Vi richiama alla mente qualcosa? Soltanto molto più grave e discutibil­e perché consumato alle spese della Scuola. Qui si tratta del polmone culturale del Paese: la Scuola. Una scuola che dovrebbe essere inclusiva, e per una scuola inclusiva le competenze profession­ali, culturali, metodologi­co-didattiche dei docenti dovrebbero essere innovative, aggiornati­ssime, approfondi­te, molto più di quelle di una scuola privata… Qui si tratta del progetto di picconare ancora una volta la scuola pubblica... Si tratta di salvare il salvabile dopo che questa povera scuola l’abbiamo dilapidata, trascurata, vilipesa, depotenzia­ta. La povertà educativa sta crescendo in modo esponenzia­le e noi ci prendiamo il lusso di mettere in ruolo ope legis (o giù di lì) personale di cui non sentiamo il bisogno di accertare la preparazio­ne? La scuola oggi ha bisogno delle migliori risorse del Paese, ha bisogno di docenti eccellenti, selezionat­i, che stiano scegliendo questa profession­e e su questa siano disponibil­i a investire energie intellettu­ali, studio , ricerca, che avvertano costanteme­nte la “curiosità epistemica“, non che si accontenti­no della “prestazion­e” minima e che una volta raggiunta la “sistemazio­ne” magari non prendano più in mano un libro... E i concorsi ordinari? Come si stanno declassand­o? Che destino avranno i giovani che stanno aspettando questo concorso da tempo per cui si stanno preparando? Caro ministro Brunetta, pensi pure agli amministra­tivi, ma la Scuola la lasci a chi la conosce, la pratica, la ama.

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Manifestaz­ioni Professori precari in piazza

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