Il Fatto Quotidiano

Conte su Grillo: “Il M5S rispetta vittime e toghe”

DOPO IL VIDEO L’ex premier: “Capisco il dolore, ma difendo l’autonomia dei giudici”. Il caso divide i giallorosa alle prese con il risiko Amministra­tive

- » Luca De Carolis e Wanda Marra

ACCORDI SI DECIDE CITTÀ PER CITTÀ. ROMA, PRIMARIE PD

L’avvocato che era premier ha parlato, con sillabe da giurista: “Comprendo l’a ngoscia del padre, ma l’autonomia della magistratu­ra va sempre rispettata, come vanno protetti la presunta vittima e i suoi familiari”. Tradotto, Giuseppe Conte ha preso le distanze dal Garante che ha detto l’intollerab­ile, da Beppe Grillo, con cui ieri – dicono – si è anche sentito.

Non poteva più tacere Conte, su quel video che ha fatto diventare rosso di imbarazzo tutto il M5S e che preoccupa molto il Pd. Una grana anche per il rifondator­e Conte, a cui ora il suo Movimento come i dem chiedono di accelerare, di chiudere appena possibile il suo piano di rifondazio­ne, perché entro aprile vanno definiti gli accordi per le Comunali di ottobre. E se fino a lunedì i giallorosa sussurrava­no di un Conte “troppo lento”, ora dopo il video di Grillo tutti pensano che il tempo sia già scaduto: perché con quel filmato per difendere il figlio dell’accusa di stupro, il Garante si è messo fuori dal gioco politico, e ora serve che l’avvocato prenda la guida per tenere assieme i 5Stelle, l’altra metà dei giallorosa. Per il Pd lo dice chiaro e tondo il vice segretario, Peppe Provenzano.

MENTRE anche a Palazzo Chigi cresce la preoccupaz­ione per un partito della maggioranz­a senza una direzione chiara. Nell’attesa, ecco la lunga nota di Conte. Prima, per tutta la giornata, era stato subissato di messaggi dai parlamenta­ri del M5S: “Giuseppe, dicci cosa bisogna fare, aiutaci”. L’avvocato promette che si farà sentire. Di certo avrà letto anche la pioggia di agenzie al veleno dei dem contrari all’intesa con il M5S, tra cui l’ex capogruppo in Senato, Andrea Marcucci, che gli rinfaccia il silenzio del giorno prima. E Matteo Renzi, che tira in ballo anche Luigi Di Maio. Conte capisce che non si può più rinviare. “Lavorava al testo da lunedì, lui ha i suoi tempi” sostiene un big. Così la nota appare nel tardo pomeriggio. “Sono ben consapevol­e di quanto questa vicenda familiare lo abbia provato e sconvolto – scrive l’ex premier – ma non possiamo trascurare che in questa vicenda ci sono anche altre persone, i cui sentimenti vanno assolutame­nte rispettati, vale a dire la giovane ragazza direttamen­te coinvolta e i suoi familiari”. Non solo: “Con il Movimento mi accomunano da sempre due convinzion­i: di ritenere indiscutib­ile il principio dell’autonomia della magistratu­ra e di considerar­e fondamenta­le la lotta contro la violenza sulle donne”. E qui parla già da capo, Conte. Anche se non si decide a presentare il suo piano. Forse anche perché va ancora risolta la battaglia con Davide Casaleggio e Rousseau, che pretende 450mila euro di arretrati e che al M5S ha dato un ultimatum che scade domani. Nell’attesa, ha già detto no al M5S che gli chiedeva di pagargli una singola votazione sull’organo collegiale che dovrebbe affiancare Conte (o di cui dovrebbe far parte, come primus inter pares ). Ma il tempo stringe, anche per il Movimento che ha già individuat­o la sua sede a Roma in piazza del Parlamento, accanto a un ristorante giapponese.

AL NAZARENO invece lavorano alle Amministra­tive. È ormai sdoganato il principio – anche tra i 5Stelle – che si possa procedere non per un pacchetto, ma per scelte disgiunte. A Bologna sono partite le primarie del centrosini­stra con Isabella Conti, lanciata da Renzi, che corre in proprio contro il candidato dem, Matteo Lepore. Si va verso i gazebo anche a Torino, dove un accordo col M5S pare difficissi­mo. A Napoli, invece, l’unità della coalizione dovrebbe reggere: in prima fila, Roberto Fico. Resta Roma: la presentazi­one delle candidatur­e è stata fissata al 10 maggio, per permettere a Nicola Zingaretti di ripensarci. Lui e il segretario si sentono continuame­nte. Ma il governator­e del Lazio cerca ulteriori garanzie: una parte dei voti dei Cinque Stelle, magari già al primo turno; un accordo sul suo successore con il Movimento: è pronto Alessio D’amato, suo Assessore alla Sanità. Se alla fine le condizioni non ci saranno le primarie con Roberto Gualtieri saranno parecchio affollate: ci pensa anche Monica Cirinnà. Intanto Goffredo Bettini il 29 lancia le sue Agorà: sul palco ci saranno tutti, da Letta a Conte. Chissà se con qualche nodo irrisolto in meno.

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Sopra, Beppe Grillo. Al centro, Enrico Letta e Giuseppe Conte
FOTO ANSA/LAPRESSE Il Garante e i due leader Sopra, Beppe Grillo. Al centro, Enrico Letta e Giuseppe Conte
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