Il Fatto Quotidiano

Abbiamo scherzato: scuole aperte a metà

IL GOVERNO DRAGHI HA FATTO VACCINARE TUTTI GLI INSEGNANTI E PROMESSO I RIENTRI IN CLASSE AL 100%. MA ORA SI PIEGA ALLE REGIONI: RIAPERTURE AL 60% E COMUNQUE DECIDONO I PRÈSIDI

- » Alessandro Mantovani e Giacomo Salvini

Sulla scuola passa la linea delle Regioni ( e della Lega), non si riapre al 100% ma solo ad “almeno il 60%” degli allievi delle superiori nelle nuove zone gialle e in quelle arancioni. Era stato più di tutti Mario Draghi a spingere per riaprire le scuole il più possibile e anche lui ha dovuto fare un passetto indietro. Sul cosiddetto coprifuoco e i locali al chiuso la Lega promette battaglia oggi al Consiglio dei ministri.

Il confronto è già andato in scena ieri all’incontro tra le Regioni e i ministri Mariastell­a Gelmini e Roberto Speranza. Il ministro della Salute ha ribadito il divieto di circolazio­ne dalle 22 rimane e i locali al chiuso saranno riaperti solo il 1° giugno: così dice la bozza del decreto che ripristina le zone gialle (abolite a marzo) e i servizi di ristorazio­ne all’aperto anche la sera (sono chiusi da 5 mesi) dal 26 aprile , lunedì prossimo. Oggi il governo dovrebbe approvarlo. I presidenti delle Regioni, specie di centrodest­ra, chiedevano di consentire di muoversi fino alle 23. “Con il coprifuoco alle 22 i clienti non hanno nemmeno il tempo per mangiare”, ha detto Massimilia­no Fedriga, il salviniano che guida il Friuli-venezia Giulia e ora anche la Conferenza delle Regioni. È la stessa posizione del ligure Giovanni Toti: con il coprifuoco alle 23 “è inutile aprire i ristoranti la sera”. Anche qui Speranza è stato irremovibi­le. Matteo Salvini assicura che non molla: “La Lega proporrà in Consiglio dei ministri e in Parlamento, la riapertura dai primi di maggio anche delle attività al chiuso e l’estensione almeno fino alle 23 della possibilit­à di uscire”.

Anche sul coprifuoco gli fanno sponda i renziani (“va allentato dove possibile” dice il deputato Luciano Nobili) e Forza Italia, ma la ministra Gelmini è più tiepida. Dice un leghista molto vicino al segretario sulla bozza del decreto: “Abbiamo dimostrato che in consiglio dei ministri possiamo modificare le norme annunciate poche ore prima”. Sono pressati dai ristorator­i a cui avevano promesso di riaprire tutto e subito. Del resto secondo la Fipe (Federazion­e italiana pubblici esercizi) il 46,6% di ristoranti e bar, cioè circa 116 mila, non hanno la possibilit­à di utilizzare spazi esterni. Ieri i “disobbedie­nti” di #Ioapro hanno annunciato che il 26 apriranno lo stesso “senza rispettare il coprifuoco” e Giorgia Meloni che è tornata ad attaccare il governo, per lei “il coprifuoco alle 23 è un contentino” e quella rimane “una misura liberticid­a”.

Il decreto proroga al 31 luglio lo stato d’emergenza, che scadrebbe il 30 aprile. Su questo il governo ha chiesto il parere del Comitato tecnico scientific­o, che è “favorevole”, ha scritto in una nota il portavoce Silvio Brusaferro dell’istituto superiore di sanità, ricordando gli “scenari epidemiolo­gici”, il “sovraccari­co attuale dei servizi territoria­li ed ospedalier­i” e la necessità di “supportare la campagna vaccinale”. Decadrebbe­ro, senza lo stato d’emergenza, i poteri del commissari­o Francesco Paolo Figliuolo e anche i suoi provvedime­nti. Per il resto il Cts non è stato consultato, ha solo proseguito la discussion­e sul cosiddetto pass verde, previsto nella bozza: per il momento sarà una certificaz­ione cartacea o digitale di avvenuta vaccinazio­ne o di guar igione/n egativizza­zione (valide queste per 6 mesi) o di tampone negativo (questo solo per 48 ore) che consentirà di superare

i confini delle Regioni arancioni o rosse; tra quelle gialle (o bianche, quando ci saranno) ci si muoverà liberament­e. C’è però il limite di una sola visita ad amici e parenti, in ambito regionale se in zona gialla o comunale in arancione.

Le scadenze indicate nella bozza sono quelle note: 15 maggio, sempre in zona gialla, riaprono le piscine all’aperto e i centri commercial­i nei weekend, il 1° giugno palestre e ristoranti al chiuso, il 1° luglio congressi, terme e parchi tematici. Il decreto prevede possibili modifiche alle restrizion­i con “deliberazi­oni” dello stesso Consiglio dei ministri.

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FOTO ANSA Folle e aule Torino sabato scorso. Sotto, una classe del liceo Volta a Milano
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