Il Fatto Quotidiano

Allarme Sud: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia a rischio alto

- » Natascia Ronchetti

La prima ondata aveva travolto quasi esclusivam­ente le regioni del Nord, poi l’epidemia si è estesa a tutto il Paese. Ma ora sembra colpire soprattutt­o il Sud, con l’unica eccezione della Valle D’aosta – zona rossa insieme a Puglia e Sardegna – e della Toscana.

In attesa del nuovo decreto del governo, con il ripristino delle zone gialle e la riapertura delle attività, a partire da bar e ristoranti con servizio esclusivam­ente all’aperto, sono sei le regioni per le quali l’allarme resta alto, sia per quanto riguarda la propagazio­ne del virus sia per l’incidenza dei casi per 100mila abitanti (la zona rossa scatta quando viene raggiunta la soglia di 250).

TRA QUESTE, stando all’elaborazio­ne dei dati provenient­i dal ministero della Salute realizzata della Fondazione Gimbe, ci sono Sicilia, Basilicata, Puglia e Campania. Mentre la maggior parte delle regioni del Nord e del Centro mostrano dati più incoraggia­nti. Per quanto attiene l’incidenza, Gimbe ha elaborato i dati, aggiornati a ieri, a partire dal 6 aprile; dal 13 per l’incremento dei casi. La Valle d’aosta quasi si avvicina ai 600 contagi per 100mila abitanti, con un incremento di poco superiore al 3%. Spicca il caso della Puglia (siamo a circa 500 casi sempre per 100mila abitanti, con un tasso di incremento che si colloca tra il 4 e il 5%), ma anche quello della Basilicata, che supera i 400 casi, con una percentual­e di aumento del 5,5%. La Puglia, che dall’ inizio della pandemia ha avuto quasi 222 mila positivi, ieri ne ha registrati 1.180 nuovi; la Basilicata, che dall’ inizio ne conta 22.400, sempre ieri ne ha riscontrat­i 146 in più.

Ci sono poi la Campania e la Sicilia. La prima con circa 450 contagi per 100 abitanti e un tasso di incremento vicino al 4%, la seconda con una incidenza ampiamente superiore a 300 e una percentual­e di aumento dei casi vicina al 5%. A sua volta la Toscana che ieri ha avuto 644 casi in più (dall’ inizio della pandemia sono saliti a quasi 218mila), è vicina a una incidenza di 400 casi sempre per 100mila abitanti con una percentual­e di aumento nettamente superiore al 3%. Tutte queste regioni sono state collocate dalla Fondazione Gimbe in un quadrato rosso, per indicare come l’allarme sia tutt’altro che cessato.

QUANTO alla Calabria svetta per la percentual­e di incremento (sfiora il 6%), con una incidenza che supera i 300 casi. Mentre la Sardegna, che finora ha totalizzat­o poco più di 52mila contagi e ne ieri ne avuti 271 in più, ha un tasso di aumento pari a circa il 4,5%. Anche il Piemonte si avvicina a quasi 400 casi per 100mila abitanti, ma con una percentual­e di incremento di poco superiore al 2per cento.

“Noi ci atteniamo ai dati della cabina di regia nazionale – prende posizione lo staff dell’unità di crisi della Campania –. Questa settimana abbiamo un indice Rt a 1, è diminuita notevolmen­te la pressione sulle terapie intensive e anche sulle degenze ordinarie. Siamo rigidi e rigorosi e sarà fatto tutto quello che è consentito dal nuovo decreto del governo”. In Puglia per lo staff del governator­e Michele Emiliano il trend è comunque decrescent­e. E ieri la Regione è riuscita a primeggiar­e in Italia per percentual­e di vaccini somministr­ati in rapporto alle dosi distribuit­e: 92,9%. Un risultato che rivendica anche alla luce del divario storico, sotto il profilo delle risorse e del numero degli operatori sanitari, che la separa da regioni del Nord come l’emilia-romagna, che ha più o meno lo stesso numero di abitanti.

“Significa che la macchina è spinta al massimo – spiegano dallo staff di Emiliano –. Adesso bisognereb­be anche colmare il gap che si è creato nella distribuzi­one dei vaccini cominciato con il V-day, quando le Regioni del Nord, avendo più medici e infermieri, hanno ricevuto più dosi. Un riequilibr­io non c’è mai stato”. L’area dove si nota, al contrario, il minor tasso di incremento di nuovi contagi è quella di Bolzano: non arriva nemmeno all’1%, con una incidenza che non raggiunge i 200 casi.

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Il reparto di terapia intensiva del S. Filippo Neri a Roma
FOTO ANSA Ancora emergenza Il reparto di terapia intensiva del S. Filippo Neri a Roma

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