Allarme Sud: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia a rischio alto
La prima ondata aveva travolto quasi esclusivamente le regioni del Nord, poi l’epidemia si è estesa a tutto il Paese. Ma ora sembra colpire soprattutto il Sud, con l’unica eccezione della Valle D’aosta – zona rossa insieme a Puglia e Sardegna – e della Toscana.
In attesa del nuovo decreto del governo, con il ripristino delle zone gialle e la riapertura delle attività, a partire da bar e ristoranti con servizio esclusivamente all’aperto, sono sei le regioni per le quali l’allarme resta alto, sia per quanto riguarda la propagazione del virus sia per l’incidenza dei casi per 100mila abitanti (la zona rossa scatta quando viene raggiunta la soglia di 250).
TRA QUESTE, stando all’elaborazione dei dati provenienti dal ministero della Salute realizzata della Fondazione Gimbe, ci sono Sicilia, Basilicata, Puglia e Campania. Mentre la maggior parte delle regioni del Nord e del Centro mostrano dati più incoraggianti. Per quanto attiene l’incidenza, Gimbe ha elaborato i dati, aggiornati a ieri, a partire dal 6 aprile; dal 13 per l’incremento dei casi. La Valle d’aosta quasi si avvicina ai 600 contagi per 100mila abitanti, con un incremento di poco superiore al 3%. Spicca il caso della Puglia (siamo a circa 500 casi sempre per 100mila abitanti, con un tasso di incremento che si colloca tra il 4 e il 5%), ma anche quello della Basilicata, che supera i 400 casi, con una percentuale di aumento del 5,5%. La Puglia, che dall’ inizio della pandemia ha avuto quasi 222 mila positivi, ieri ne ha registrati 1.180 nuovi; la Basilicata, che dall’ inizio ne conta 22.400, sempre ieri ne ha riscontrati 146 in più.
Ci sono poi la Campania e la Sicilia. La prima con circa 450 contagi per 100 abitanti e un tasso di incremento vicino al 4%, la seconda con una incidenza ampiamente superiore a 300 e una percentuale di aumento dei casi vicina al 5%. A sua volta la Toscana che ieri ha avuto 644 casi in più (dall’ inizio della pandemia sono saliti a quasi 218mila), è vicina a una incidenza di 400 casi sempre per 100mila abitanti con una percentuale di aumento nettamente superiore al 3%. Tutte queste regioni sono state collocate dalla Fondazione Gimbe in un quadrato rosso, per indicare come l’allarme sia tutt’altro che cessato.
QUANTO alla Calabria svetta per la percentuale di incremento (sfiora il 6%), con una incidenza che supera i 300 casi. Mentre la Sardegna, che finora ha totalizzato poco più di 52mila contagi e ne ieri ne avuti 271 in più, ha un tasso di aumento pari a circa il 4,5%. Anche il Piemonte si avvicina a quasi 400 casi per 100mila abitanti, ma con una percentuale di incremento di poco superiore al 2per cento.
“Noi ci atteniamo ai dati della cabina di regia nazionale – prende posizione lo staff dell’unità di crisi della Campania –. Questa settimana abbiamo un indice Rt a 1, è diminuita notevolmente la pressione sulle terapie intensive e anche sulle degenze ordinarie. Siamo rigidi e rigorosi e sarà fatto tutto quello che è consentito dal nuovo decreto del governo”. In Puglia per lo staff del governatore Michele Emiliano il trend è comunque decrescente. E ieri la Regione è riuscita a primeggiare in Italia per percentuale di vaccini somministrati in rapporto alle dosi distribuite: 92,9%. Un risultato che rivendica anche alla luce del divario storico, sotto il profilo delle risorse e del numero degli operatori sanitari, che la separa da regioni del Nord come l’emilia-romagna, che ha più o meno lo stesso numero di abitanti.
“Significa che la macchina è spinta al massimo – spiegano dallo staff di Emiliano –. Adesso bisognerebbe anche colmare il gap che si è creato nella distribuzione dei vaccini cominciato con il V-day, quando le Regioni del Nord, avendo più medici e infermieri, hanno ricevuto più dosi. Un riequilibrio non c’è mai stato”. L’area dove si nota, al contrario, il minor tasso di incremento di nuovi contagi è quella di Bolzano: non arriva nemmeno all’1%, con una incidenza che non raggiunge i 200 casi.