Fratelli di firme farlocche online contro Speranza
m a il . c om p i p p o 6 9 2 7 @ gqui c’è la prima falla: la piattaforma non è predisposta per verificare che la provincia indicata faccia parte della regione corretta. Il Fattola prima volta ha firmato con un generico “Francesco Bianchi” abitante della Lombardia in provincia di Reggio Calabria ( sic!). L’unica verifica che viene fatta è sull’indirizzo email. Una volta aggiunto, si deve confermare l’autenticità della firma dalla propria casella di posta e poi il signor Francesco Bianchi si aggiunge agli oltre 100 mila cittadini che chiedono le dimissioni di Speranza. A quel punto ogni utente può firmare la petizione con più indirizzi email diversi e lo stesso computer (non c’è controllo sull’indirizzo Ip ) ma soprattutto, con un semplice stratagemma, può sottoscrivere la petizione quante volte vuole usando la stessa casella di posta. Nel nostro caso p ip p o 69 2 7 @gmail.com.
BASTA CHIEDEREDI aggiornare i propri dati al sistema inserendo un indirizzo email differente, anche inesistente ( come 3358@ 3358. it, 34@ 34. it, 44@44.com), e un attimo dopo sottoscrivere la petizione con la mail di partenza. La piattaforma non si accorgerà di niente e aggiungerà un’altra firma. Così ieri il Fatto ha firmato altre quattro volte come quattro cittadini diversi: Francesco Bianchi (Lombardia), Alberto Conti (Toscana) Laura Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare (Veneto) e Pippo Sforza (Trentino). Solo che erano tutti fittizi: così ad arrivare a 100 mila firme non ci vuole molto.