Fondi Covid, truffa alle banche per 40 milioni
Sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, alla truffa ai danni degli istituti di credito, alla truffa sui fondi straordinari legati all’emergenza Covid, alla bancarotta fraudolenta e all’autoriciclaggio i 21 arrestati ieri mattina dai finanzieri del comando provinciale dimilano, coordinati dalla Procura di Monza. Per 6 di loro si sono aperte le porte del carcere, altri 15 sono ai domiciliari. Circa 40 milioni di euro tra immobili, quote societarie, conti correnti e contanti sono stati sequestrati; 58 complessivamente gli indagati. Attraverso un sistema di 42 società fittizie o effettivamente attive tra le province di Milano, Monza, Piacenza, Bergamo, Como e Pavia, avrebbero fatturato oltre 100 milioni per operazioni inesistenti dal 2013, creando all ’occorrenza anche bilanci apparentemente floridi ad hoc. In questo modo sono riusciti ad accaparrarsi finanziamenti per oltre 8 milioni di euro, 4 dei quali garantiti dallo Stato; fondi che venivano poi dispersi nella rete di contatti commerciali creata, lasciando fallire le società debitrici con l’erario e con le banche. Al centro del sistema sarebbero stati un commercialista milanese, un consulente fiscale di Cologno Monzese (Mi) e un imprenditore calabrese attivo a Bergamo e già sottoposto a misure cautelari in passato a seguito di indagini della Direzione distrettuale antimafia di Milano su gruppi legati alla ‘ndrangheta e al traffico di droga. Nei mesi dell’emergenza, il meccanismo era ripartito per accedere ai fondi garantiti dal decreto Liquidità e ai contributi a fondo perduto del decreto Rilancio, del decreto Agosto e dei dl Ristori e Ristori bis. Gli accertamenti svolti presso lo studio del consulente in tale circostanza hanno svelato che alcune delle società da lui domiciliate erano in realtà “scatole vuote”. Sono scattate quindi le indagini, che hanno portato poi all’operazione condotta nella giornata di ieri.