Riforma carceri, il copia-incolla/2 della Cartabia
Se sulla riforma del Csm, in particolare del sistema elettorale, la ministra della Giustiziamarta Cartabia ha istituito un gruppo di lavoro perché tiene molto a fare la sua proposta, per quanto riguarda, invece, riforma civile, investimenti in assunzioni ed edilizia giudiziaria-carceraria, soprattutto grazie ai soldi del Recovery Plan, la ministra ha praticamente fatto un copia e incolla della riforma dell’ex ministro Alfonso Bonafede, riconoscendo il suo valore. Ma certi giornali continuano a spacciare per novità clamorose quanto già era previsto dal governo Conte, perché l’operazione mediatica “Draghi santo subito” deve andare avanti. E così l’ultima novità diventa la costruzione di 8 nuovi padiglioni all’interno di carceri, cioè quanto già progettato dall’ex ministro della Giustizia con l’ex sottosegretario Giorgi, che, però, non aveva ancora ottenuto l’ok da Bruxelles per usare una parte dei soldi del Recovery, mentre adesso sarebbe favorevole. In ogni caso, Bonafede era intenzionato a proseguire il progetto, già intrapreso, di ampliare le carceri, anche con altri investimenti: a Milano-opera, Rebibbia, Trani, Taranto, Cagliari, solo per citarne alcuni. Ma in queste settimane le finte novità su Giustizia e Recovery Plan sono state diverse: la digitalizzazione degli archivi; l’ufficio del processo e gli investimenti per assunzioni: “2,29 miliardi per 16.500 nuovi assunti a tempo determinato”. Ovvero quanto si poteva leggere nel piano di Bonafede (2,3 miliardi, 16 mila assunti) che avrebbe dovuto illustrare a Camera e Senato, a fine gennaio, nella relazione annuale, ma che saltò per la crisi di governo. Un’altra finta novità riguarda gli investimenti per l’edilizia giudiziaria. Abbiamo letto titoli roboanti per la decisione della ministra di investire 426 milioni per costruire palazzi di Giustizia o ristrutturarli. Peccato, però, che nella relazione di Bonafede c’era scritto che erano previsti quasi 470 milioni proprio per l’edilizia giudiziaria.