Bestemmie, un caso editoriale: i miracoli del finto padre Tava
Il “Manuale” per smettere di imprecare, firmato da don Alfonso, pseudonimo di un giovane burlone, ha avuto così tanto successo sul web da essere riedito dal Saggiatore
“Sarà per te come la luce sulla via di D am as co ” s cr iv e Padre Alfonso Maria Tava, autore di questo libro fantasmagorico da poco uscito per Il Saggiatore. Apostati e spergiuri, ecco a voi Come smettere di bestemmiare,
l’edizione definitiva di un testo che già proliferava in forma abbozzata sul web, di bocca in bocca empia.
“CLASSE 1949”,
si legge nella biografia romanzata, Tava è “un religioso, esploratore, missionario, oligarca, filantropo, asceta, derviscio e scrittore italiano”. “Dietro la sua identità, mi celo io – spiega il misterioso prelato al Fat
to Quotidiano –. Devo tuttavia metterla in guardia: ci sono in giro ancora troppi impostori che millantano, per darsi un tono, di essere loro padre Tava”.
Un vademecum, un “metodo scientifico”, un breviario, il suo, per redimersi dall ’orrido peccato verbale. Risultati garantiti. L’imprecazione verso il soprannaturale è uno dei morbi del secolo nuovo, sia tra le vecchie sia tra le nuove generazioni, “un vizio trasversale che avvampa le fauci dell’umanità tutta, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”, aggiunge il “Don”. Un controsenso solo apparente, in un pianeta di atei: si trovano sempre infinite ragioni per sguainare la lingua biforcuta. Non ultima, questa pandemia senza fine, “inviata dall’altissimo per ammonirci”.
Ma evocare sacrilegamente Dio e l’assemblea plenaria dei santi e dei beati è un palliativo, se non un boomerang. Fortuna che c’è qui il Nostro ad aiutarci: anche perché c’è passato sulla sua pelle. Ci rivela infatti: “Un tempo pure io ero succube di questo ributtante malanno, al pari, purtroppo, di molti altri colleghi. Così ho iniziato a sperimentare su me stesso un sistema che mi consentisse di ristabilirmi. Ne ho poi esteso l’applicazione a una cerchia crescente di bestemmiatori, e mi hanno chiesto di mettere su carta i miei insegnamenti. Ed ecco il Manuale, che colma un vuoto editoriale insostenibile”.
Nella prima parte del volume, vengono elencate le principali motivazioni dell ’ intercalare più osceno. Come la celebrazione di lieti eventi (la cosiddetta bestemmia “celebrativa”), l’accettazione sociale (si apostrofa pesantemente il Divino per inserirsi nel gruppo, che sia composto da adolescenti o da liberi professionisti), il voler affascinare il prossimo ( la “bestemmia galante”). A proposito, esiste una vasta gamma di seduzioni a base di favella profanatrice. La bestemmia pronunciata al contrario, la poliglotta, la “falsamente modesta”, quella in rima e l’erudita (la “barocca”), da cui il Best-emmy Awards, abominevole festival che si svolgerebbe ogni anno “in una nota località vacanziera friulana”. Inoltre, si calpesta il nome dell’onnipotente e dei suoi parenti ed eletti per coprire silenzi imbarazzanti, per maramaldeggiare sui subalterni, per riempir una voragine esistenziale, per mero intrattenimento.
La bestemmia, abietta pratica, ha origini antichissime: discenderebbe da un “M******** a C*****” per la scomparsa di Pompei nel 79 d.c. C’è poi il tema del rapporto tra la bestemmia e gli animali, prediletti dal blasfemo di parola, in particolare “le famiglie dei canidi e dei suini”. D’inverso, “Agnello di Dio” è un’espressione liturgica benedetta. Un rovello teo-filologico non da poco. Insorgono i bestemmiatori vegani: loro al posto di porco, usano tofu e invece di cane, falafel. Di taglio diverso gli insulti supremi dei fruttariani: “D ** mela”, “Mango la M*******” e l ’ oltremodo equivoco “Cocco D**”.
Come uscire dal tunnel scellerato? Alfonso Maria Tava prescrive una exit strategy a tappe: dalla compilazione di un diario al ricorso alle “alterazioni eufemistiche”. Spazio perciò ai sostitutivi “maremma, madosca, zio, due, duo, Diaz, Diogene, Christian, Cristopher, tio, dinci, Marcoddio, diporto, bioparco, porto mio, orcodi, Borgo Pio”. Infine, lo stress test. Nell’ultimo mese di “trattamento”, il convalescente va sottoposto a dosaggi crescenti di visioni di Italia-brasile, finale dei Mondiali del 1994, e soprattutto di Italia- Corea del 2002. E se nemmeno un primo piano dell’arbitro Moreno vi farà più effetto… bene, l’esorcismo è riuscito, e la guarigione può dirsi completa.
‘‘ Un tempo pure io ero succube di questo malanno: così ho inventato un metodo che colma un vuoto ’’
Don Alfonso Maria Tava