“100mila vaccini al giorno”. I dati dicono l’opposto
VACCINI Il dg del Welfare e Bertolaso magnificano lo “sprint” della campagna: ma i dati dicono che è ancora tutto nel caos
“Siamo al di sopra degli obiettivi chiesti dal commissario Francesco Paolo Figliuolo delle 50.000 vaccinazion i/giorno. Pensiamo di poter superare le 65.000 durante la prossima settimana”, per poi tagliare “tranquillamente” il traguardo “delle 100.000” al giorno”. Così ieri, il dg Welfare, Giovanni Pavesi, magnificava i fasti lombardi in campo vaccinale alla commissione Sanità, dove ha snocciolato cifre e numeri (“le inoculazioni, al 20 aprile, sono state 2.532.000”), dipingendo una macchina che gira a pieno regime. Fino a dire che oggi apriranno con largo anticipo rispetto al piano vaccinale (il sesto) di Guido Bertolaso le prenotazioni per i 60/65enni.
Stessi toni trionfalistici usati tre giorni fa da Bertolaso in un’intervista a La Verità, dove annunciava che la Lombardia era pronta “entro aprile ad arrivare a 100.000 somministrazioni/giorno” e nella quale accusava il Lazio di Zingaretti di aver fatto scelte “furbe tte” per migliorare i propri dati. Bertolaso che poi bollava come inutili le classifiche tra regioni (“l’u n ic a classifica che guardo è quella della Serie A per vedere come va la Roma”).
EVIDENTEMENTE che la Lombardia, col suo 87,2%, sia terzultima in Italia nel rapporto dosi consegnate/fatte, non preoccupa il consulente. Né sembra essere un problema che ancora non siano attivi tutti gli hub previsti (“Entro questa settimana entreranno in funzione quasi tutti i 76 centri massivi”, ha detto ieri Pavesi). Come non lo turba che quelli aperti lavorino dalle 8 alle 20 (“Potremmo integrare con un orario serale o pre-mattutino”, sempre Pavesi), con buona pace dell’attività h24, 7 su 7, che lo stesso Bertolaso aveva annunciato.
Ma quali sono queste performance: nella classe over 80, mancano ancora 15.000 anziani, che non si erano prenotati. A questi vanno aggiunti quelli che ancora attendono l’iniezione a domicilio. Poi ci sono i 70/ 79 enni:into tale sono 995.652, di questi sono stati vaccinati in 287.828. Ne mancano 707.824. Il piano prevede di vaccinarli tutti entro il 28 aprile (101.117 dosi al giorno), un’utopia.
Nonostante i ritardi, il Pirellone ha aperto anzitempo le prenotazioni dei 65/69enni e da oggi dei 60/ 65: su 1.189.119 persone, i vaccinati erano ieri 35.721. E qui la faccenda si complica, perché, a causa dell’incertezza sulle scorte vaccinali, il sistema sta dando appuntamenti solo fino alla prima settimana di maggio. Così, il 60enne A che oggi si prenoterà, riceverà un appuntamento molto in là, in un giorno successivo a quello previsto per i rifornimenti. Il 60enne B che invece si prenoterà giorni dopo A, riceverà un appuntamento in una data precedente, in uno di quei giorni che adesso non vengono assegnati. Insomma, un delirio.
NON CHE VADA MEGLIO
co n fragili, fragilissimi, disabili e caregiver: “Tra i soggetti fragili e ca re gi v er sono state somministrate circa 112.000 dosi. Stimiamo alcune settimane per coprire tutta questa fascia”, ha detto Pavesi. Se si pensa che solo i disabili certificati con la Legge 104 sono 284.000, si comprende come si vada a rilento. La nota positiva è che quei disabili che non riuscivano a registrarsi con Poste perché il Pirellone non aveva mai digitalizzato i loro dati (sono gli invalidi certificati prima del 2010, come svelato dal Fatto), ora possono autocertificarsi. Altra news positiva è che a maggio arriveranno nelle scuole i test rapidi salivari. Una svolta giunta con sei mesi di ritardo, visto che M5S li aveva chiesti a novembre 2020, mamoratti li aveva sempre bocciati.
Alla luce di tutto ciò non stupisce se la Lombardia conta circa 1/ 5 dei morti giornalieri del Paese (67 decessi su 390 totali, il 20 aprile 2020). Perché, come ha detto la virologa Ilaria Capua a D ima rt edì : “Le cose non vanno come dovrebbero andare. Si sono vaccinate le persone sbagliate, il vaccino non è arrivato pienamente laddove doveva arrivare”. E infatti in Lombardia le cose non vanno.