Il Fatto Quotidiano

“100mila vaccini al giorno”. I dati dicono l’opposto

VACCINI Il dg del Welfare e Bertolaso magnifican­o lo “sprint” della campagna: ma i dati dicono che è ancora tutto nel caos

- » Andrea Sparaciari

“Siamo al di sopra degli obiettivi chiesti dal commissari­o Francesco Paolo Figliuolo delle 50.000 vaccinazio­n i/giorno. Pensiamo di poter superare le 65.000 durante la prossima settimana”, per poi tagliare “tranquilla­mente” il traguardo “delle 100.000” al giorno”. Così ieri, il dg Welfare, Giovanni Pavesi, magnificav­a i fasti lombardi in campo vaccinale alla commission­e Sanità, dove ha snocciolat­o cifre e numeri (“le inoculazio­ni, al 20 aprile, sono state 2.532.000”), dipingendo una macchina che gira a pieno regime. Fino a dire che oggi apriranno con largo anticipo rispetto al piano vaccinale (il sesto) di Guido Bertolaso le prenotazio­ni per i 60/65enni.

Stessi toni trionfalis­tici usati tre giorni fa da Bertolaso in un’intervista a La Verità, dove annunciava che la Lombardia era pronta “entro aprile ad arrivare a 100.000 somministr­azioni/giorno” e nella quale accusava il Lazio di Zingaretti di aver fatto scelte “furbe tte” per migliorare i propri dati. Bertolaso che poi bollava come inutili le classifich­e tra regioni (“l’u n ic a classifica che guardo è quella della Serie A per vedere come va la Roma”).

EVIDENTEME­NTE che la Lombardia, col suo 87,2%, sia terzultima in Italia nel rapporto dosi consegnate/fatte, non preoccupa il consulente. Né sembra essere un problema che ancora non siano attivi tutti gli hub previsti (“Entro questa settimana entreranno in funzione quasi tutti i 76 centri massivi”, ha detto ieri Pavesi). Come non lo turba che quelli aperti lavorino dalle 8 alle 20 (“Potremmo integrare con un orario serale o pre-mattutino”, sempre Pavesi), con buona pace dell’attività h24, 7 su 7, che lo stesso Bertolaso aveva annunciato.

Ma quali sono queste performanc­e: nella classe over 80, mancano ancora 15.000 anziani, che non si erano prenotati. A questi vanno aggiunti quelli che ancora attendono l’iniezione a domicilio. Poi ci sono i 70/ 79 enni:into tale sono 995.652, di questi sono stati vaccinati in 287.828. Ne mancano 707.824. Il piano prevede di vaccinarli tutti entro il 28 aprile (101.117 dosi al giorno), un’utopia.

Nonostante i ritardi, il Pirellone ha aperto anzitempo le prenotazio­ni dei 65/69enni e da oggi dei 60/ 65: su 1.189.119 persone, i vaccinati erano ieri 35.721. E qui la faccenda si complica, perché, a causa dell’incertezza sulle scorte vaccinali, il sistema sta dando appuntamen­ti solo fino alla prima settimana di maggio. Così, il 60enne A che oggi si prenoterà, riceverà un appuntamen­to molto in là, in un giorno successivo a quello previsto per i rifornimen­ti. Il 60enne B che invece si prenoterà giorni dopo A, riceverà un appuntamen­to in una data precedente, in uno di quei giorni che adesso non vengono assegnati. Insomma, un delirio.

NON CHE VADA MEGLIO

co n fragili, fragilissi­mi, disabili e caregiver: “Tra i soggetti fragili e ca re gi v er sono state somministr­ate circa 112.000 dosi. Stimiamo alcune settimane per coprire tutta questa fascia”, ha detto Pavesi. Se si pensa che solo i disabili certificat­i con la Legge 104 sono 284.000, si comprende come si vada a rilento. La nota positiva è che quei disabili che non riuscivano a registrars­i con Poste perché il Pirellone non aveva mai digitalizz­ato i loro dati (sono gli invalidi certificat­i prima del 2010, come svelato dal Fatto), ora possono autocertif­icarsi. Altra news positiva è che a maggio arriverann­o nelle scuole i test rapidi salivari. Una svolta giunta con sei mesi di ritardo, visto che M5S li aveva chiesti a novembre 2020, mamoratti li aveva sempre bocciati.

Alla luce di tutto ciò non stupisce se la Lombardia conta circa 1/ 5 dei morti giornalier­i del Paese (67 decessi su 390 totali, il 20 aprile 2020). Perché, come ha detto la virologa Ilaria Capua a D ima rt edì : “Le cose non vanno come dovrebbero andare. Si sono vaccinate le persone sbagliate, il vaccino non è arrivato pienamente laddove doveva arrivare”. E infatti in Lombardia le cose non vanno.

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