Il Fatto Quotidiano

“Basta perbenismo, la pandemia ci ha resi tutti più feroci”

“E basta con il perbenismo”

- » Stefano Mannucci

Pio e Amedeo, temete qualche telefonata? Già ricevuta, ma era di compliment­i. A meno che non fosse un imitatore di Pier Silvio. Magari oggi troviamo lo studio smontato. La prima puntata di “Felicissim­a sera” ha fatto ascolti stellari. I critici snob vi applaudono. Eppure non avete fatto sconti a nessuno, dagli zingari alle mamme fino a Mattarella. Il politicame­nte corretto ha rotto le palle. La pandemia ha reso più ruvida la pancia del paese, siamo tutti feroci. Per anni ci hanno proposto una tv della cosiddetta normalità, imbevuta di perbenismo, però costruita su un trash pazzesco, fuori dalla realtà. E i giovani, che sono intelligen­ti, si sono allontanat­i dal piccolo schermo. Noi abbiamo fatto scoppiare questo brufolo, lavorando sul ‘sentiment’ collettivo che percepisci per strada.

Avete sdoganato, in modo liberatori­o, la cattiveria nazionale.

Non siamo americani: quello è un popolo che piange quando deve ridere e viceversa. Noi italiani invece siamocacia­roni, ma anche capaci di riflettere. E sappiamo quando esorcizzar­e il dolore, la paura. Siamo veri, istintivi. Basta con il cliché ipocrita del galateo sociale, la nevrosi di non offendere le categorie. Nel monologo delle tasse abbiamo ribaltato il luogo comune di quelli del Nord che schifano i meridional­i. Appena scoppiati i contagi ci siamo comportati nello stesso modo, al sud.

Tra gli ospiti, avrete Aleandro Baldi...

Canterà la canzone con cui vinse a Sanremo, Passerà , ma senza l’accento finale. Con una chiusa straordina­ria. Non si di

‘‘ POLITICAME­NTE CORRETTO Ha rotto le palle. La pandemia ha reso più ruvida la pancia del Paese; molti ospiti si sono rifiutati di partecipar­e

ce che diventi cieco se ti tocchi troppo? Chi vive un handicap non sopporta il pietismo. Io, Amedeo, ho un fratello disabile al 100 per cento. Non trova lavoro a Foggia perché le aziende preferisco­no assumere persone con problemi minori, e più produttive.

Altre mazzate? Un’invettiva comica sull’appetito sessuale delle donne, l’ossessione dell’orgasmo a ogni costo. E poi una carezza pure a Greta Thunberg: sicuro che dobbiamo prendercel­a con i potenti che rovinano il pianeta e non con la nostra smania di consumismo?

Avete disintegra­to Emanuele Filiberto. Ma alla fine vi ha nominato Ufficiali di Casa Savoia.

Quelle onorificen­ze sono autentiche. Ora siamo cavalieri del Re! Però abbiamo scoperto che dobbiamo pagare una quota. Pensiamo di restituirl­e.

Qualcuno ha rifiutato il vostro invito?

Tanti, ma ora vorrebbero venire; devono stare al nostro gioco, non cercare promozione a buon mercato. Stasera ci sarà Totti, grande incassator­e. E Baglioni, che convincere­mo a ringiovani­re i suoi fan, tutti vecchi con le vene varicose.

Avete pensato a Salvini?

No, perché i politici escono bene dall’attacco della satira. Se facessimo una cosa tipo Porta a Porta li chiameremm­o tutti. Berlusconi seduto a sinistra con la Meloni, Letta a destra.

Dopo Arbore, Luxuria e Conte, siete il nuovo orgoglio di Foggia.

La massoneria cittadina ci alterna al potere. Ora tocca a noi, i leader del partito della pagnotta.

Scroccaste perfino l’abbellimen­to di un’aiuola nel vostro quartiere. Con i soldi di Belen e Iannone. È diventato un punto iconico, da selfie. La rotonda di Belen. Finirà sulle guide turistiche.

Il vostro primo spettacolo insieme? Vent ’anni fa. Un teatrino di Foggia, cento posti. Zero spettatori casuali. Solo parenti, amici e compagni di scuola. Tutto esaurito, standing ovation.

Invece dovevate farne, di gavetta.

Mesi dopo, giorno di Pasqua. Paesino del beneventan­o. Dodici in sala, nessuno rideva. Il problema era che i nostri personaggi parlavano proprio come loro. Non c’era un palco, ci fecero esibire sopra un tavolaccio. Niente camerini, cambiavamo costumi in balcone. Nevicava.

Con questo show su Canale 5 avete superato il 20 per cento. Solo tre puntate o ne ipotizzate altre?

No, dobbiamo tornare sul set del nostro prossimo film. Belli

ciao. Avevamo interrotto le riprese mesi fa. Il Covid aveva colpito la troupe. Il tema è il south working, la migrazione al contrario per lavorare da casa. È una fortuna sgobbare al pc davanti al mare di Puglia, con lo stipendio del Nord. Anche se alla lunga la gente si stancherà; Pio vive bene a Milano, mentre io, Amedeo, continuo a non fidarmi della metropoli...

Vi paragonano a Franchi e Ingrassia, ma erano due cherubini, in confronto.

Questa cosa deve finire, è da quando facevamo gli animatori nei villaggi! Intanto però ci siamo salvati i rispettivi numeri sui telefonini con i loro nomi. Amedeo come Franco, Pio è Ciccio. Hai visto mai.

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