Caso Suárez: “La legale della Juve fu l’istigatrice”
‘‘ La trattativa per portare l’uruguaiano a Torino condizionata dall’esame I pm di Perugia
L’esito della trattativa per portare, la scorsa estate, Luis Suárez alla Juventus, era “condizionato all’acquisizione della cittadinanza italiana” da parte del calciatore. E, quindi, dipendente da quello che gli inquirenti ritengono essere stato un esame-farsa di lingua italiana, sostenuto il 17 settembre 2020 dal top player uruguaiano a Perugia. Per la Procura umbra, infatti, se l’ex attaccante del Barcellona avesse ottenuto l’attestazione della conoscenza della lingua italiana al livello B1, avrebbe potuto avere la “possibilità di essere ingaggiato” dal club bianconero, ottenendone i relativi “vantaggi patrimoniali”. È stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a Maria Cesarina Turco, la legale incaricata dalla Juventus “quale concorrente morale e istigatrice” dell’operazione. Con lei rischiano il processo tre dei vertici dell’università per stranieri di Perugia: la rettrice Giuliana Grego Bolli, la direttrice del consiglio direttivo del Centro valutazione, Stefania Spina, e il direttore generale Simone Olivieri, accusati a vario titolo di falso ideologico, rivelazione di segreto d’ufficio e falso materiale. Secondo i pmperugini, venne organizzata una “sessione straordinaria ad
pe rson am solo per consentire” a Suarez
“di ottenere, nei tempi richiesti” dalla Juventus la certificazione linguistica, “all’esito di una fittizia procedura d’esame”. Il materiale d’esame, a quanto si legge nel capo d’imputazione, “era stato rivelato” al calciatore sudamericano “già alcuni giorni prima, il 12 settembre”. In particolare, ricostruiscono i pm, “nel corso di una lezione online” su Microsoft Teams”, venne girato al calciatore “il file in formato pdf contenente l’intero svolgimento della prova poi tenuta il 17 settembre”. È stato invece sospeso - ma l’indagine resta aperta - il procedimento parallelo per false informazioni ai pm, che vede indagati Fabio Paratici, dirigente dell’area sportiva della Juventus, e l ’ avvocato Luigi Chiappero, legale del club bianconero. L’inchiesta ripartirà alla definizione del fascicolo principale.
SUAREZ STAVA
per firmare con la Juventus un contratto da circa 10 milioni di euro l’anno, bonus compresi. Nel corso dell’indagine è emerso che, durante la trattativa col calciatore in uscita dal Barcellona, Paratici abbia anche contattato l’allora ministra dei Trasporti, Paola De Micheli ( estranea all’ inchiesta) - tifosa juventina e amica d’infanzia del dirigente bianconero - per ottenere un consiglio su come muoversi. “La Juventus mi chiede notizie di questa richiesta di cittadinanza. Mi aiuteresti?”, il messaggio che l’ex ministra dem inviò poi a Bruno Fattasi (estraneo all’inchiesta), capo di gabinetto del ministero dell ’ Interno, guidato da Luciana Lamorgese ( estranea all’ inchiesta).
L’ESITO DELL’INCHIESTA
penale e l’eventuale grado di coinvolgimento di dirigenti o incaricati della Juventus sarà im
portante per definire anche la possibile responsabilità oggettiva del club bianconero di fronte alla giustizia sportiva. La Procura federale della Figc ha un fascicolo aperto “d o rmiente” sulla vicenda. Il procuratore Giuseppe Chinè ha già dichiarato di voler attendere la magistratura ordinaria. Secondo l’articolo 32 del codice di giustizia sportiva, “le società nonché i loro dirigenti, tesserati, soci e non soci (...) che compiano direttamente o tentino di compiere (...) att i volti a ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati (...) ne sono responsabili”. Nel caso i pm sportivi dovessero ritenere violata questa norma, per la Juventus scatterebbero sanzioni che vanno dai punti di penalizzazione fino alla retrocessione.