Il Fatto Quotidiano

Italia Viva, binario morto: Matteo fa affari mentre il partito si svuota

- » Giacomo Salvini

Il primo ad aprire la breccia era stato, un mese fa, il senatore lombardo Eugenio Comincini che aveva deciso di tornare nel Pd per la linea “confusa” e “sospesa” di Italia Viva dopo la formazione del governo Draghi. Da quel momento è iniziata la diaspora di molti renziani sui territori che hanno preso atto del fallimento del partito nato nel settembre 2019 con l’obiettivo di copiare il modello di En Marche! di Emmanuel Macron in Francia e svuotare il Pd come Oltralpe è successo con il Partito Socialista. Così in diverse zone d’italia, dalla Lombardia alla Calabria, passando per Liguria e Campania, dirigenti e amministra­tori locali stanno lasciando Matteo Renzi. E il disimpegno del senatore di Scandicci dalla politica – tra il nuovo libro in uscita il 20 maggio, le società di consulenza e i viaggi da conferenzi­ere all’estero – non sta aiutando. Un problema, si dice nelle chat di deputati e senatori, perché in ottobre ci sono le Comunali e le Regionali in Calabria “senza una strategia precisa”.

L’ULTIMO CASO è quello di Patrizia Baffi, consiglier­a regionale in Lombardia, passata dai dem a Iv e amica del governator­e leghista Attilio Fontana. Nell’ultimo anno è sempre stata vicina alla destra in consiglio regionale tant’è che aveva votato, unica dell’opposizion­e, contro la sfiducia a Fontana. Durante la presentazi­one con i colonnelli di Giorgia Meloni in Lombardia – Daniela Santanchè e Ignazio La Russa – ha motivato così la sua scelta: “Sono una renziana di ferro, ma il futuro è con Meloni”.

Prima di lei negli ultimi giorni anche in altre parti d’italia ci sono stati degli addii. A inizio aprile in Calabria ben 11 dirigenti del partito hanno deciso di lasciare in polemica con la linea politica di Renzi e della sua longa manus in Calabria, il senatore Ernesto Magorno, di strizzare l’occhio al governator­e leghista Nino Spirlì in vista delle regionali di autunno con l’ipotesi, più che concreta, di fare un’alleanza con la destra. A molti renziani calabresi non è andato giù nemmeno l’intergrupp­o parlamenta­re con Forza Italia e Lega a favore dello Stretto di Messina. Così hanno lasciato 11 esponenti di peso tra cui Stefania Coviello della Direzione Nazionale, i 4 coordinato­ri provincial­i Lidia Chiriatti (Reggio Calabria) Salvatore Giorno ( Cosenza), Maria Salvia ( Vibo Valentia) e Caterina Sirianni (Catanzaro), oltre a consiglier­i comunali e dirigenti dell’a ssemblea nazionale di Italia Viva.

STESSO discorso in Campania, situazione paradossal­e perché qui alle regionali di settembre Renzi poteva rivendicar­e il risultato più alto di tutta Italia con il 7,3%. Il gruppo consiliare anapoli una settimana dopo le elezioni si è sciolto dopo l’addio dei tre consiglier­i Manuela Mirra, Gabriele M un do e Carmine Sgambati e adesso in tutta la Regione i renziani della prima ora iniziano ad andarsene: c’è il renzianiss­imo Tommaso Ederoclite oggi passato nello staff di Antonio Bassolino, la deputata Michela Rostan oggi nel Misto e almeno 4 consiglier­i municipali di Napoli che, come ha raccontato Il Mattino, sono pronti a lasciare dopo la scelta di candidare Gennaro Migliore a sindaco di Napoli senza alcun coinvolgim­ento sul territorio.

Nelle ultime settimane poi c’erano stati gli abbandoni della capogruppo di IV a Sarzana Beatrice Casini e della consiglier­a comunale a Palermo Giusy Russa ma il problema sono soprattutt­o i coordiname­nti provincial­i: sarebbero dovuti essere il motore di Italia Viva e invece oggi sono spesso rappresent­ati da un solo membro, il coordinato­re stesso. Nei gruppi parlamenta­ri non va meglio. Al Senato sono sempre in bilico Leonardo Grimani e Mauro Marinoche vorrebbe rientrare nel Pd (ma i dem torinesi non lo vogliono) e alla Camera il più critico è Camillo D’alessandro che chiede un congresso e attacca il capo: “Non possiamo allearci con la destra – dice – formare il centro non risolve il problema politico: dobbiamo stare nel centrosini­stra”. E intanto nel ventre dei gruppi parlamenta­ri l’irritazion­e per le notizie sul conferenzi­ere Renzi e per il distacco da deputati e senatori aumenta: “Or mai Matteo pensa solo agli affari” conclude amaro un senatore di Italia Viva.

IN CAMPANIA (DOVE AVEVA PRESO IL 7,3%) IV È AZZERATA

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Ottobre 2019, alla Leopolda veniva presentato il simbolo di Iv
FOTO LAPRESSE Dissoluzio­ne Ottobre 2019, alla Leopolda veniva presentato il simbolo di Iv

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