Il Fatto Quotidiano

RIFORME? NO NO, PRIMA PARLIAMO DEL DEBITO...

- MARCO PALOMBI

commentato­re, l’editoriali­sta celebrato, il giornalist­a da cortile (di Palazzo Chigi) e l’economista mainstream sono animali che da sempre soffrono psicologic­amente il debito pubblico, ora – purtroppo – lo soffrono due volte: è un effetto del Covid. La loro vita era stata tutto sommato facile: bastava accennare alle passività dello Stato che loro “orrore!”, “fallimento!”, “spread!”. Ora però ci sono il virus e Draghi: un po’ il debito tiene in piedi la baracca, pure la loro, un po’ mica vorrai criticare il premier... E infatti stanno male. Carlo Cottarelli su Repubblica , per dire, spiega che sì Draghi farà più deficit di Conte, ma oggi quel debito è “necessario, leggero e buono”. Solo la parola “riforme!” pare tranquilli­zzare queste creature, ma non del tutto: “Saranno effettivam­ente realizzate? – s’accora Cottarelli – Draghi è una garanzia. Ma quanto durerà il governo?”. Non c’è

IL MEDIO

EDITORIALI­STI MA QUINDI SPREAD & C. ERANO TUTTE FREGNACCE?

problema, spiega il Corriere della Sera: “Se le riforme di concorrenz­a sono incardinat­e nei progetti europei, benché non approvate subito, anche i futuri governi italiani dovranno attuarle per continuare a ricevere i bonifici da Bruxelles. Un progetto ben fatto oggi legherebbe le mani ai partiti anche in futuro”. Mani legate, per carità, ma anche “sguardo lungo”, ci dice sempre sul Corsera Lucrezia Reichlin: “La crisi Covid ha cambiato il paradigma”, spendere si può per poi perseguire una “lenta discesa” del debito “da spalmare negli anni, correlata a misure che sostengano la crescita struttural­e” (le riforme!) improntate a “politiche condivise al di là delle brevi vite dei governi” ( aridaje). Per carità, si riformi tutto, ma ci pare che su questa faccenda del debito si vada un po’ troppo di fretta: ma non s’era detto che più sale e più i mercati ti puniscono e che, se interviene la Bce, schizza l’inflazione e vai a comprare il caffè con la carriola di soldi? Non si diceva che sopra una certa soglia di debito (per Reinhart&rogoff al 90% del Pil) la crescita diminuiva? Non è per questo che la Ue ha un tetto fisso nei Trattati? Tutta questa roba, la base ideologica dell’austerità, s’è rivelata falsa nei fatti e ora si vuol fingere che non sia mai esistita: magari dopo parliamo di riforme, ma ora dedichiamo 5 minuti a riepilogar­e le cazzate dette in questi anni. Per non dimenticar­e.

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