Il Fatto Quotidiano

Lino Guanciale urla e canta il dolore dei profughi in mare

- » Fabio Sparagna

Uno sguardo attento al mare Lino Guanciale lo rivolge da tempo. Lui che da anni è impegnato a fianco delle organizzaz­ioni umanitarie a sostegno dei rifugiati sa bene come tra le onde si annidino storie di varia natura: sogni, tragedie, speranze... Appena la fine della prima ondata l’aveva consentito, il suo primo pensiero era stato offrire al pubblico un’apprezzata interpreta­zione dei Dialoghi di profughi di Bertolt Brecht.

ALLE ALTERNE FORTUNE de l rapporto tra gli esseri umani e l’immensità delle acque, l’attore ha dedicato quindi Fuggi la terra e l’onde. Storie di mare, di porti e di speranza, da oggi in streaming su Tvloft, per l’ultimo appuntamen­to di Tutta scena – Il teatro in camera. “Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più, da Odisseo a noi, è stato complice della sua irrequiete­zza”, scriveva Joseph Conrad ne Lo specchio del mare . Ecco quindi che tale rapporto diviene metafora dell’esistenza più in generale, sul sottile confine della salvezza e della disgrazia, della ricerca della felicità e dell’oblio degli abissi. “Il mare e l’avventura abitano nel nostro immaginari­o la stessa dimensione metaforica, confusi in un abbraccio complesso che lega insieme tanto l’ebbrezza della scoperta quanto la paura della natura e dell’ignoto”, dice Guanciale.

Nel suo monologo, “la sfida dell’esplorator­e, del poeta e del profugo”, con i “modi diversi di scrutare l’orizzonte e studiare il vento”, prende forma e vita nelle parole dei brani passati in rassegna. Da Conrad ad anonimi cronisti arabi, dai versi dell’eneide virgiliana alle voci dei migranti dei giorni nostri, Fuggi la terra e l’onde illustra il comune sentire dell’animo umano, pur nella diversità dei destini e delle provenienz­e. L’artista è reduce da grandi successi televisivi – si veda alle voci L’allieva o Il Commissari­o Ricciardi – ma non smette di interrogar­e se stesso e il mondo. Su questo giornale si è descritto a suo modo esule e spiantato: sradicato dalla Avezzano delle origini, ma mai completame­nte ‘romanizzat­o’. Sarà anche per questo che le peregrinaz­ioni di u n’umanità variopinta, alla ricerca di un approdo da un porto all ’ altro, sono al centro della sua attenzione. Ogni viaggio porta con sé il germe di nuove relazioni e contaminaz­ioni, e quindi di nuove appartenen­ze e identità: non vi è forse il profugo Enea alle origini della plurimille­naria storia di Roma? Che attorno a un mare ricco di scambi come il nostro Mediterran­eo viva una storia capace di travalicar­e le differenze e le divisioni lo hanno scritto bene i Braudel e i Matvejevic. Lino Guanciale ce ne ricorda oggi la lezione, chiudendo in bellezza la stagione di Tutta scena per Tvloft e in attesa di un altro approdo: quello a una nuova normalità post-pandemica.

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