Il Fatto Quotidiano

» Il cammin di nostra vita – Viaggio nella Divina Commedia

- » Luca Sommi

La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a’ capelli (sollevò la bocca sporca di sangue dal cranio che stava masticando e si pulì su quegli stessi capelli). Inizia così il canto forse più straziante dell’intera Commedia. A macchiarsi del fiero pasto è il conte Ugolino della Gherardesc­a, la sua vittima è l’arcivescov­o Ruggeri degli Ubaldini. Perché tanta crudeltà? Forse perché a Pisa l’alto prelato, giocando con la fiducia del conte, lo aveva fatto incarcerar­e e lo aveva lasciato morire di fame in una cella con figli e nipoti (come tutti sanno). Sarebbe forse un buon motivo, ma non basta. E Ugolino lo racconta dicendo a Dante che parlar e lagrimar vedrai insieme (parlare e piangere vedrai insieme), tanto è atroce il racconto che sta per fare. Allora: siamo a Pisa, e va detto che il conte in vita tramò a favore dei guelfi, mentre l ’a r c i v e s c o v o parteggiav­a per i ghibellini. Dopo varie vicende torbide, l’al to prelato riesce a fare incarcerar­e Ugolino. Una volta arrestato, insieme a due figli (Gaddo e Uguccione) e a due nipoti (Nino e Anselmucci­o), in una notte apparentem­ente come le altre, il conte fece un sogno: sognò che il Ruggieri era a capo di una spedizione di caccia con cani famelici e lui, con i suoi ragazzi (lupo e lupetti), venivano da questi raggiunti e sbranati. A causa di questo sogno, Ugolino si svegliò in preda al panico, e sentì i suoi amati “cuccioli” sognare la stessa cosa. Ma c’è di più: nel dormivegli­a i ragazzi chiesero pane, avevano fame. Già eran desti, e l’ora vid’io cascar li tre ad uno ad uno. Gaddo gli si getta ai piedi chiedendo aiuto, e poi muore. Tra il quinto e il sesto giorno anche gli altri tre, uno dopo l’altro, muoiono. Ugolino, accecato dal dolore, brancola al buio per giorni e gli esce la frase che arroveller­à per secoli tutta l’umanità: Poscia, più che ’ l dolor, poté ’ l digiuno. Fine del racconto, e Ugolino si ributta sul cranio di Ruggeri. Traduciamo in modo quasi letterale la frase di congedo, pomo della discordia: in seguito, più del dolore, poté il digiuno. Quin

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