TUTTA LA VERITÀ SUI VACCINI
IL POLITICALLY correct non deve valere quando di mezzo ci sono milioni di persone disorientate e spaventate. E quando si rischia di far fallire una campagna vaccinale ancora zoppicante, allontanando sempre più la luce in fondo al tunnel di questo incubo pandemico. Cercando di tranquillizzare con verità addolcite, provochiamo ulteriori danni. Credo che la popolazione abbia bisogno di sentirsi dire la verità, nuda e cruda, che abbia bisogno di essere compresa nel suo disagio attuale, stretta a muro tra la paura del Covid e quella di poter subire un effetto collaterale provocato da uno dei vaccini oggi disponibili. Dobbiamo, noi tecnici, non cercare di negare la fondatezza della loro paura, ma razionalizzarla. Perché dobbiamo continuare a vaccinarci con un vaccino che alcuni Paesi hanno bloccato? Perché, dopo aver letto che le trombosi che si sono verificate sono soprattutto concentrate in donne giovani, queste dovrebbero continuare a vaccinarsi a cuor leggero? Perché, ancora, una giovane dovrebbe rischiare, visto che non fa parte della fascia a rischio? Se continueremo a rispondere che tanto gli effetti indesiderati sono pochi, che sono ancora da accertare, che alcuni Paesi stanno procedendo con eccesso di precauzione, non spegneremo certo la paura e si finirà proprio per far scegliere l’apparente massima cautela nei confronti della vaccinazione. Dobbiamo dire la verità o, meglio, quella che a oggi conosciamo. I vaccini a nostra disposizione sono ancora in fase sperimentale, seppur avanzata, ma li stiamo usando, costretti dalla pressante necessità, mentre ancora cerchiamo di conoscerli meglio. La percentuale di incognite vanno via via assottigliandosi all’aumentare delle dosi iniettate, ma ancora c’è molto da studiare. È inaccettabile che EMA si limiti a dare consigli o raccomandazioni. Deve autorizzare o bloccare. Se non c’è un capo forte, durante l’emergenza, il rischio è la totale anarchia. Non lamentiamoci se la gente continua a non capire e a temere. E noi, smettiamola di giustificare questo comportamento, mostriamo, almeno noi tecnici, di avere il coraggio richiesto dal nostro ruolo.