Il Fatto Quotidiano

Italia paradiso dell’eredità Ma Draghi: “Niente tasse”

Il segretario dem proponeva di aumentare il prelievo sui grandi patrimoni: perché è una proposta giusta

- » Salvatore Morelli*

Qualcosa si muove in tema fiscale. Il segretario del Pd Enrico Letta ha lanciato ieri una proposta per accentuare la progressiv­ità del prelievo dell’attuale imposta di succession­e per dare una “dote” di 10mila euro ai diciottenn­i. L’idea è stata bocciata da Mario Draghi (“non è il momento di togliere ma di dare ai cittadini”) e dal centrodest­ra. Eppure non è affatto peregrina. Da più parti si avverte ormai l’importanza di rafforzare le imposte sulle succession­i e le donazioni, rendendole più eque e progressiv­e. L’ocse ha appena rilasciato un rapporto dettagliat­o e il Fondo Monetario Internazio­nale lo consiglia dal 2014.

Per capire la situazione italiana, basta un esempio. Gli eredi della famiglia Samsung in Corea del Sud hanno da poco annunciato il pagamento di 11 miliardi di dollari di imposta sull’eredità. Le imposte ammontano a più della metà del valore ereditato (22 miliardi), per lo più composto da quote azionarie del colosso tecnologic­o. Il conto è così elevato per la combinazio­ne dell’aliquota massima (50%) e di un’integrazio­ne aggiuntiva dovuta quando si ereditano quote societarie da parte dell’azionista di controllo.

Immaginand­o gli eredi Samsung in salsa italiana, e assumendo che l’intero patrimonio ereditato entri nella base imponibile, le imposte da pagare sarebbero state di poco superiori a 700 milioni di euro. In realtà in Italia le quote di controllo sulle imprese tramandate da genitori sono esenti da tassazione se gli eredi si impegnano a esercitare il controllo per 5 anni. Dunque, se il valore del patrimonio ereditato fosse composto al 90% da azioni Samsung, le imposte da versare in Italia sarebbero 70 milioni di euro.

L’italia non è certo un “paradiso fiscale” ma si avvicina a esserlo per le imposte di succession­e in confronto ad altre economie industrial­izzate. Nel 2016 si stima che i 154 miliardi di euro di lasciti ereditati (altri 57 miliardi verrebbero trasferiti come donazioni) abbiano generato 420 milioni di gettito, lo 0,27% del valore complessiv­o dei lasciti e lo 0,06% delle entrate complessiv­e della P.A. Il peso relativo di queste entrate si è più che dimezzato dalla metà degli anni 90, nonostante il raddoppio del peso dei lasciti sul reddito disponibil­e delle famiglie (passati dal 9,7% al 18,5% fra il 1995 ed il 2016).

Ma è giusto tassare i trasferime­nti di ricchezza? Questa forma di tassazione ha storicamen­te agito da collante di varie culture politiche, abbraccian­do obiettivi di giustizia sociale (riequilibr­ando le condizioni di partenza), di efficienza economica (favorendo la cessione del controllo di imprese al di fuori della sfera familiare) e di democrazia liberale ( riducendo la concentraz­ione di potere politico in chiave dinastica). Tuttavia, rimane odiata dall’opini one pubblica e lo Stato è chiamato a mediare fra il diritto delle famiglie di “pr ovv ed ere ” ai figli e quello di promuovere una società più equa. Ciò è raggiungib­ile scegliendo la soglia di esenzione “giusta”. Ad esempio, potremmo considerar­e l’attuale soglia di 1 milione di euro come generosa e ingiusta, perché, data l’attuale concentraz­ione di ricchezza, oltre quella fascia c’è solo il 2% più ricco della popolazion­e.

Diversamen­te da quanto accade ora, si potrebbero tassare oltre una certa soglia tutti i trasferime­nti di ricchezza ricevuti nella vita, seguendo i principi di economisti come James Meade e Anthony Atkinson. Si tratta di vantaggi economici su cui non si possono vantare particolar­i titoli di merito. In questo senso, la tassazione sarebbe meno distorsiva e rispondent­e ad una visione di giustizia sociale che riduca il peso della lotteria della nascita nel condiziona­re le opportunit­à nella vita. Si potrebbero poi eliminare gli attuali trattament­i di sfavore dei trasferime­nti fuori dalla linea familiare diretta e buona parte delle deduzioni fiscali che generano distorsion­i e un prelievo diverso a parità di valore ereditato. In questa direzione va la proposta del Forum Disuguagli­anze e Diversità che prevede anche l’aggiorname­nto dei valori catastali degli immobili (oggi 3 volte inferiori a quelli di mercato). Senza questo, qualunque riforma sarebbe poco giustifica­bile.

L’imposta di succession­e attuale è pagata nel 10% circa dei casi, vale in media 10 mila euro e il gettito è concentrat­o sui lasciti inferiori al milione di euro. Bisognereb­be rafforzare la progressiv­ità per garantire che chi riceve di più sia chiamato a contribuir­e di più. Si può fare riducendo persino il numero di persone paganti e destinando il gettito all’avanzament­o di un’agenda di giustizia sociale.

*Forum Disuguagli­anze

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy