“Putin usa il Covid per tagliare fuori le liste di Navalny”
Violeta Grudina Responsabile regionale del movimento, voleva correre per la Duma: l’hanno ricoverata a forza
Oltre alla variante Delta che dilaga nella Federazione, c’è un’altra epidemia che il Cremlino vuole curare alla vigilia delle elezioni parlamentari del prossimo settembre: quella del dissenso. Da un lato all’altro del Paese, negli ultimi mesi, retate ripetute di arresti hanno fatto finire in manette oppositori e giornalisti, le cui testate indipendenti sono state vietate. Aleksej Navalny, dalla colonia penale in cui è rinchiuso, ha chiesto due giorni fa ai suoi sostenitori di tornare in piazza dopo che il suo sito, quello del Fondo Anticorruzione da lui fondato, e altri 50 siti satelliti sono stati bloccati per ordine del Ro skomnad zor, servizio federale controllo comunicazioni di massa.
PRIMA DI TAGLIARE la rete digitale, Mosca ha scisso quella delle alleanze degli oppositori del Cremlino. A giugno l’intero movimento del blogger è stato tacciato di estremismo, è finito nella stessa lista dello Stato islamico e dichiarato illegale dal tribunale di Mosca. E chi continua a indagare sul “caso Navalny”, come Roman Dobrokhotov, redattore capo del giornale Insider, si è svegliato ieri nella Capitale con la polizia alla porta. “Se tutti finiscono in carcere, in tribunale o sotto sorveglianza, è perché le elezioni sono alle porte” di ce l’oppositrice Violeta Grudina, che non è dietro le sbarre ma in ospedale. Grudina, a capo degli uffici del Fondo anticorruzione, ha provato a correre da indipendente per ottenere un seggio alla Duma di Murmansk, la più grande città a nord del Circolo polare artico. Ma su di lei è stata applicata una nuova strategia: nonostante ai test sia risultata negativa e non affetta da Covid, Grudina è stata costretta “all’ospedalizzazione forzata” dalla Corte che l’ha dichiarata colpevole di “violazione delle restrizioni” in vigore per arginare la pandemia. L’attivista, tra i corridoi del reparto dell’ospedale dove è rinchiusa da settimane, dice al telefono di essere guarita già a giugno e le accuse sono successive: “Al termine della quarantena però sono stata avvicinata dalla polizia, hanno aperto un caso penale contro di me, hanno imbastito una campagna per screditarmi con la popolazione, dalla quale invece ho ricevuto enorme supporto. I russi sono abituati a questo tipo di giochetti a cui ricorrono le autorità quando vogliono tapparti la bocca. Hanno messo una persona sana in ospedale. Avviene per impedirmi di correre alle elezioni, e sono convinta che mi terranno qui a lungo”. Grudina, perfettamente sana, è tra flebo e camici, Navalny è in carcere, molti altri oppositori sono fuori gioco o fuori dal Paese: “I miei amici e colleghi sono emigrati all’estero, i giovani fuggono da Murmansk, dove, molto più che a Mosca e Pietroburgo, è difficile opporsi”.
IN CHE MODO
Navalny possa guidare un movimento che può osservare solo da dietro le sbarre della cella nella quale è rinchiuso se lo chiedono in molti; per Grudina è difficile fare previsioni. Di sicuro anche dentro il movimento qualcosa è cambiato: “Le persone che seguivano Aleksej si sono divise: per alcuni non sarebbe dovuto tornare dalla Germania, perché sapeva che lo attendeva la detenzione.
Altri hanno apprezzato il suo coraggio e ciò che ha fatto, perché la Russia è la sua patria”. Di una cosa l’aspirante alla Duma è certa: “Uno scenario bielorusso a Mosca non è possibile, non avverrà quello scoppio, quello strappo che c’è stato in piazza a Minsk”, dove sono state le ragazze a guidare la protesta contro Lukashenko. Nel movimento di Navalny restano due donne in prima fila: la dottoressa Ljubov Sobol, fedele alleata del blogger e fondatrice dell’alleanza dei medici e Yulia Navalnaya, che però “ha ripetuto più volte che non ha intenzione di prendere il testimone del marito e guidare il dissenso”. Anche la ragazza di Murmansk rientra tra chi non vuole piegare la testa allo strapotere degli oligarchi, e lei ha sempre ripetuto che
malchat ne variant: rimanere in silenzio non è un’opzione. Ciò che accadrà adesso è chiaro per la trentenne che attende nel prossimo futuro “repressioni massive: arresteranno ogni attivista, politico, oppositore” finché “ogni cittadino proverà terrore alla sola idea di esprimere un’o pini one diversa in pubblico”. Alle prossime elezioni trionferà Russia Unita, il partito del presidente, ma dopo settembre tornerà l’o bl io : “Caleranno di nuovo anni di silenzio e le autorità ci dimenticheranno. Come società civile, per questo, il nostro compito sarà di nuovo tornare a fare gruppo, evitare di smembrarci”. Con la giusta costanza, Grudina crede che si arriverà a un futuro luminoso come le aurore boreali nell ’ Artico: “Ci sarà una svolta pacifica, avanzerà un’altra generazione, si formeranno attivisti e, certo, forse non saranno radicali come lo siamo stati noi che siamo stati la rottura, ma l’importante è che proseguiranno a chiedere democrazia, perché con loro arriverà il cambiamento finale”.
La polizia russa indica ‘violazioni’ alle norme sul virus e ti scredita in vista delle elezioni