Il Fatto Quotidiano

Pupetto colpisce ancora

- » Marco Travaglio

Ètornato. Pupetto Montmartre di Champs Elysées, al secolo Bernard-henri Lévy, per gli amici BHL, è tornato con un nuovo vibrante appello ai panciafich­isti americani e ai mollaccion­i francesi perché riempiano di armi il suo amico Massud jr. che a suo dire (di Pupetto, non di Massud) non vede l’ora di scatenare l’ennesima guerra per procura al posto nostro in Afghanista­n emetterci l’ennesimo fantoccio dell'occidente, vista l’ottima riuscita degli ultimi due. Un tempo Pupetto faceva danni contempora­neamente su Le Monde, L’express e La Stampa, in stereo. Ora deve accontenta­rsi di R ep ub bl ic a, perché in Francia ormai lo conoscono. E non solo lì. Avendo sponsorizz­ato tutte le guerre dell’occidente (regolarmen­te perse), la sua fama lo precede ovunque. Infatti non può metter piede fuori dalla Francia senza essere inseguito da folle inferocite. Nel 2011 fu tra gli spingitori di Sarkozy nella geniale Operazione Gheddafi, di cui i libici e noi paghiamo ancora le conseguenz­e (a ogni esportazio­ne di democrazia segue importazio­ne di profughi). Appena ucciso il tiranno, BHL rivendicò profetico la missione: “La caduta di un dittatore, l’entrata nella democrazia, pur piena di insidie, con passi avanti e indietro, è sempre un evento straordina­rio. Sono orgoglioso e fiero di esservi associato con il mio Paese”. Nel 2020, dopo nove anni di radiosa “democrazia”, si recò in Libia per ritirare il meritato premio. E la popolazion­e glielo tributò volentieri, come raccontò lui in uno straziante reportage su Rep: “Libia, sputi e spari. Così mi han dato la caccia nel deserto”. Un trionfo.

Ora pretende il bis in Afghanista­n, che peraltro bombardiam­o da vent’anni con oltre 240 mila morti. La qual cosa non lo indigna: a sconvolger­lo è che abbiamo smesso, “abbandonan­do un altro Paese amico” che mai ci aveva chiesto di bombardarl­o. Idem per il Vietnam: non fu orrenda la guerra, ma l’ “infamia” del ritiro Usa nel ‘ 75. Di qui il grido di dolore perché “l’occidente venga in soccorso” di Massud e “la Francia ascolti il suo appello” per una nuova guerra civile, non essendo bastate le altre, per tenere alta “la fiaccola” e “l’immagine delle democrazie liberali”, “offuscata ovunque” non dalle guerre, ma dalla loro fine. Purtroppo, a parte Sambuca Molinari, nessuno lo sta più a sentire. Il che fa temere che presto decolli dalla sua terrazza parigina a bordo dei colletti aerospazia­li della sua camicia bianca e si paracaduti sul Panshir per unirsi alla resistenza. Seguirà, immancabil­e, un reportage sulla festosa accoglienz­a ricevuta: “Afghanista­n, sputi e spari. Così mi han dato la caccia nel deserto”. Come diceva Totò nei panni di Pupetto Montmartre di Champs Elysées, “il talento va premiato”.

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