La denuncia sepolta di Hale: “A distanza si uccidono i civili”
Sichiama Daniel Hale, ha trentatré anni, ed è un ex analista dell’intelligence americana. È in prigione e quindi non può parlare, ma se potesse farlo, l’opinione pubblica potrebbe capire in che misura i droni sono davvero la risposta all’inferno in cui è precipitato l’afghanistan.
Quarantotto ore dopo l’attentato suicida all’aeroporto di Kabul, gli Stati Uniti hanno subito risposto con un attacco con un drone, che secondo il Pentagono avrebbe ucciso due affiliati all’isis coinvolti nell’attentato. Le autorità americane hanno escluso che siano stati colpiti civili, ma fonti locali parlano di vittime donne e bambini. Hale arrivò in Afghanistan nel 2012, ad appena ventiquattro anni. Di intelligenza brillante, finì nella cruciale base americana di Bagram, assegnato a individuare gli obiettivi da uccidere con i velivoli a pilotaggio remoto.
ALLA BASE DELLA GUERRA
dei droni c’è la sorveglianza di massa portata avanti dalla Nsa, l’agenzia del governo statunitense i cui segreti sono stati rivelati da Edward Snowden, tanto che Snowden ha raccontato: “Potevo seguire in tempo reale i droni mentre sorvegliavano persone che avrebbero potuto uccidere. Potevo osservare interi villaggi e qualsiasi cosa facessero i loro abitanti”. Presto Daniel Hale si trovò ad affrontare i problemi di
EX 007
CONDANNATO PER I FILE SULLE VITTIME DEI VELIVOLI SENZA PILOTA
coscienza che quel tipo di guerra pone. Da sempre il governo americano presenta gli attacchi con i droni come di precisione chirurgica, ma giorno dopo giorno, Hale si rese conto che non era così. Vide eliminare esseri umani in zone remote dell’afghanistan di cui non si sapeva nulla e che non ponevano alcun pericolo immediato. Vide uccidere innocenti. Vide i colleghi guardare gli attacchi come uno spettacolo di intrattenimento.
“Continuavo a eseguire gli ordini e a obbedire per paura delle conseguenze”, ha raccontato durante il suo processo, “nel frattempo diventavo sempre più consapevole che la guerra ( in Afghanistan, ndr) aveva pochissimo a che fare con la prevenzione di attacchi terroristici negli Stati Uniti e aveva molto più a che fare con i profitti dei costruttori di armi e dei cosiddetti contractors . Le prove erano intorno a me. Nella guerra più lunga e tecnologica mente avanzata della storia degli Stati Uniti, i con
trac tor mercenari superavano due a uno i soldati in uniforme e guadagnavano dieci volte i loro salari”. Nel 2013, Hale decise di ascoltare la sua coscienza: passò 17 documenti segreti al giornale americano online The In
tercept , fondato da Glenn Greenwald. Per la prima volta, emersero informazioni fattuali sulla segretissima guerra dei droni: spesso, 9 su 10 di quelli ammazzati erano innocenti. Incriminato con l’espionage Act – la draconiana legge del 1917 che equipara le fonti che passano documenti segreti alla stampa per rivelare crimini di guerra alle spie che le passano al nemico – Daniel Hale è stato condannato a 45 mesi.
La settimana scorsa ha ricevuto il Sam Adams Award, il premio riservato a chi ha dimostrato integrità nel rivelare gli abusi dell’intelligence.