Il Fatto Quotidiano

Tradurre Woody Allen? Sembravo un fisico atomico

QUESTIONI COMICHE Trattare un testo originale

- » Daniele Luttazzi

Lei era atea e io agnostico. Non sapevamo in quale religione non educare i nostri figli. (Woody Allen)

LA TRADUZIONE INTERLINGU­ISTICA DELLE GAG Ciò che viene tradotto di una gag linguistic­a, da una lingua a un’altra, non è tanto la stringa di parole, ma uno specifico effetto divertente, che il traduttore deve saper ricreare: tradurre a senso non basta, poiché l’efficacia dell’effetto divertente dipende dalla tecnica della gag. La traduzione della comicità è resa difficile dalla diversità dei fonemi e dei ritmi, così importanti per far scattare la risata; e dalla diversità dei sememi, che non si sovrappong­ono esattament­e fra parole di lingue diverse. Per tradurre la comicità, devi ricrearla. Lo stesso vale per l’effetto poetico. La versione italiana di una lirica di Saffo fatta da Quasimodo non è più la medesima lirica di Saffo: l’effetto poetico in italiano è stato creato da Quasimodo, ed è il prodotto di tutte le scelte linguistic­he da lui operate in ogni punto della traduzione. Le due liriche, quella di Saffo e quella di Quasimodo, adesso sono come due pianeti che ruotano attorno allo stesso sole: fanno parte dello stesso sistema poetico. Una traduzione interlingu­istica cerca di arrivare all’equivalenz­a pragmatica rispettand­o il più possibile i nessi logici e/o psicologic­i del testo di partenza, ma in una traduzione è impossibil­e non creare alcun effetto nuovo, non fosse che per la diversità dei contesti; lo dimostrano le traduzioni del 1860 e del 1960 di uno stesso classico. “La traduzione, infatti, cambia tutto, in termini di linguaggio: sostituisc­e ogni suono, ogni sillaba. Dovrebbe mantenere il senso, certo, ma come ben si capisce, cambiando il sistema linguistic­o, è altissimo il rischio di dire proprio un’altra cosa quando si voleva dire quasi la stessa.” (Terrinoni, 2020).

Si tratta invece di transcreaz­ione (Caimotto, 2014) quando il traduttore modifica volontaria­mente nel testo di arrivo i nessi logici e/o psicologic­i del testo di partenza: vuole dire un’altra cosa (correndo il rischio di dire la stessa), o altre cose oltre a quella.

Le traduzioni anni 70 delle prime tre raccolte di racconti di Woody Allen furono rovinate da un progetto traduttivo infelice, che mirava probabilme­nte ad avvicinare il lettore italiano medio, ancora fermo a Bramieri, a quella comicità moderna, insolita, fantasiosa e disinibita. Così, i quattro procedimen­ti metabolici (aggiunzion­e, sottrazion­e, sostituzio­ne e permutazio­ne) vennero impiegati per addomestic­arewoody Allen fino al ridicolo ( Shea Stadium diventa San Siro) e allo scempio (i traduttori sbagliano, modificano, e arrivano a sostituire le gag di Allen con giochi di parole insulsi). Anni fa restaurai tutto. Leggendo l’edizione americana, avevo scoperto che le versioni italiane, oltre a essere zeppe di rimaneggia­menti, invenzioni ed errori, erano lacunose (mancavano due interi racconti, Origine dello slang ememorie del sovrappeso; e una quarantina di battute dagli altri pezzi). Ristabilii l’ordine originario dei racconti, e cercai di ridare alle battute il loro smalto: reintegrai la punteggiat­ura, il ritmo, l’ordine delle frasi, e i termini specifici al posto di quelli generici; replicai certi suoni-chiave; corressi gli errori; colmai le lacune (le battute inspiegabi­lmente omesse, le parole cassate a capocchia, i due racconti esclusi); tolsi le aggiunte e i parti di fantasia.

COMICITÀ:

LE QUATTRO LEGGI NASCOSTE Quel lavoro di traduzione mi mise nella condizione meraviglio­sa del fisico atomico che, studiando le lastre di collisione fra particelle, dalla catastrofe ricava le leggi che regolano a livello invisibile la struttura e il funzioname­nto della materia. Dalla catastrofe di quelle traduzioni emergevano le leggi nascoste che regolano la struttura e il funzioname­nto della materia comica: dovrebbero guidare anche il traduttore di testi comici. Prendiamo a esempio una traduzione che fu completame­nte sbagliata: “Stava lavorando a un ennesimo libro sull’olocausto. Questo, con dei tagli.” Questa frase non fa ridere, perché è una frase neutra: la traduzione errata ha eliminato l’allotopia divertente ( Qc # 56).

Mascherame­nto, rivelazion­e

Freud (1905) contrappon­eva l’indovinell­o (in cui la tecnica è nota, il significat­o è nascosto) alla battuta di spirito (in cui il significat­o è noto, nascosta è la tecnica): “La persona spiritosa non fa che percorrere il margine sottile che divide il maschera

mento dalla rivelazion­e.” L’enigma è minaccioso ( ainòs = terribile). Edipo, liberando Tebe dall’incubo della Sfinge, sostituisc­e al nulla minaccioso la familiarit­à del mondo noto. Si ride per una vittoria di questo tipo: una gag evoca per gioco il caos che turbò la comunità, da cui oggi la comunità si salva uccidendo per gioco, con una risata, il buffone-capro espiatorio ( Qc

# 2). Come ogni simbolo, anche quello della maschera partecipa di una doppia polarità ( Qc # 66): da una parte, la rivelazion­e della

gag è una maschera ulteriore ( ri-velazione : il segreto arcaico resta nascosto); dall’altra, la maschera svela. Fra i clown c’era l’usanza di circondare il nuovo clown che si truccava per la prima volta: celebravan­o la sua rinascita come Bianco o Augusto, lo svelamento del suo sé.

1. ESATTEZZA

L’astuzia del creatore di gag consiste nel mascherarn­e il significat­o, in modo che si rida allo svelamento, alla soluzione felice dell’indovinell­o. Vediamo qual era la battuta originaria di Allen: “Infine, ancora un altro libro sull’olocausto. Questo con figure da ritagliare.” Adesso che l’immagine evocata è a fuoco, l’allotopia funziona: un libro sull'olocausto con figure da ritagliare. È una gag comica, con una sfumatura cinica: si ride. L’esattezza è la prima legge nascosta della comicità. Spiegava Mack Sennet (produttore delle comiche di Chaplin, Keaton e Langdon): “Quando il pubblico è confuso, non ride.” Forse la confusione non fa ridere? Sì, ma la sua espression­e dev’essere esatta, come fanno Stanlio & Ollio nella guerra delle torte in faccia ( bit.ly/3jc4wsn), i fratelli Marx nella scena della cabina affollata ( bit.ly/3magcta ), e Billy Wilder nella scena della cuccetta in A qualcuno piace caldo

( bit.ly/3yi0agy): per accumulo di elementi discreti, in crescendo, fino al parossismo finale, con nitida gagdi chiusura. Un maestro della confusione esatta era Jacovitti: disse che le sue tavole panoramich­e si ispiravano a quelle di Albert Dubout; ma per ottenere effetti tanto prodigiosi, ispirati o no, occorrono doti che bisogna solo ammirare.

(70. Continua)

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“Non do mai il mio numero di telefono agli sconosciut­i. Come ti chiami?”
(Petty) Gag spiritosa “Non do mai il mio numero di telefono agli sconosciut­i. Come ti chiami?”
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