Usa, scarcerazione killer di Bob: il clan Kennedy spaccato
CAMELOT BISTICCIA anche sul proprio passato e i propri morti. Il clan dei Kennedy si spacca sulla libertà condizionale all’uomo condannato per l’assassinio di Rfk: sei dei figli di Bobby ed Ethel hanno contestato la raccomandazione di due membri del Parole Boarddi far uscire Sirhan Sirhan dal carcere di San Diego, dove ha già scontato 52 anni di reclusione. Forte dell’esplicito appoggio di altri due sopravvissuti della numerosa prole della ormai sbiadita “famiglia reale americana”, Sirhan venerdì ha ottenuto quello che ad altri celebri ergastolani (Charles Manson della strage di Bel Air morto in carcere, Mark David Chapman per l’assassinio di John Lennon) è stato negato. “Ha tolto il padre alla nostra famiglia e all’intera America”, hanno invece scritto “devastati dalla decisione” l’ex deputato Joe Kennedy, Courtney, Kerry, Christopher, Max e Rory, nata pochi mesi dopo l’assassinio del papà, assassinato come il fratello, presidente nel ‘63: “Siamo esterrefatti che sia stato raccomandato il rilascio”. Ma altri due figli Kennedy (degli 11, David e Michael sono morti tragicamente) hanno avallato il parere del Board : Douglas, che aveva poco più di un anno quando Sirhan aprì il fuoco all’hotel Ambassador di Los Angeles, è apparso in aula, “grato di vedere un essere umano che merita compassione dopo aver passato la vita nella paura di lui e del suo nome”; mentre Robert, e con lui la sorella Kathleen, è stato convinto da Paul Schrade, uno dei feriti nella sparatoria, secondo cui Sirhan non è il vero assassino. Rifugiato palestinese oggi 77enne, Sirhan fu condannato nel 1969 alla camera a gas, commutata nell’ergastolo quando nel 1972 la Corte Suprema della California mise brevemente al bando la pena capitale. L’udienza era la 16a davanti al Parole Board e la prima in cui la Procura di Los Angeles non è intervenuta contro il condannato.