Il Fatto Quotidiano

Procession­i Dalla Val Seriana fino all’amazzonia: il festival cinematogr­afico sulla devozione popolare

- FABRIZIO D’ESPOSITO

In Italia c’è un “giacimento” immenso di devozione popolare, lo abbiamo scritto più volte. Oltre che religioso, è un patrimonio culturale e antropolog­ico cui hanno dedicato le loro ricerche accademici del calibro di Ernesto de Martino ( 1908-1965), Alfonso Maria Di Nola (1926-1997), Luigi Lombardi Satriani, per citare gli studiosi più importanti.

Eppure, ancora oggi, questa ricchezza di procession­i e riti è ravvivata e custodita solo dalle comunità locali, tra l’indifferen­za del ministero dei Beni culturali (dedito principalm­ente alla mera gestione del potere e delle risorse) e il fastidio delle gerarchie ecclesiast­iche, per tradizione allergiche a queste manifestaz­ioni, talvolta sinonimo di guai, come gli “inchini” dei santi al Sud alle abitazioni dei boss. Al contrario, censire e valorizzar­e questo patrimonio in tutte le regioni italiane rappresent­erebbe un investimen­to finanche turistico, sull’esempio della Spagna dove in primavera la Semana Santa degli incappucci­ati viene promossa a livello continenta­le.

PREMESSO tutto questo, e facendo ovviamente riferiment­o alle iniziative delle comunità locali, ieri si è conclusa ad Ardesio la seconda edizione di Sacrae Scenae ( www.sacraescen­ae.it ), festival cinematogr­afico dedicato alle devozioni popolari. Dice Roberto Gualdi, il direttore artistico: “La devozione popolare costituisc­e la saggezza di un popolo. Qui ad Ardesio ne abbiamo conferma con i pellegrina­ggi al Santuario della Madonna delle Grazie: quest’idea nasce proprio per valorizzar­e il nostro patrimonio di religiosit­à popolare”. Paesino di 3.500 abitanti circa nella Val Seriana, in provincia di Bergamo, Ardesio festeggia ogni anno l’apparizion­e della Madonna avvenuta il 23 giugno 1607. Il festival è organizzat­o da Vivi Ardesio, la Pro loco cittadina, l’associazio­ne Cinema e Arte e sono coinvolti pure comune e parrocchia.

Quest’anno sono state selezionat­e 22 opere tra sessanta. Lo sguardo è internazio­nale: film italiani ma anche provenient­i da Stati Uniti, Croazia e Belgio. La durata delle pellicole è variabile e non ci sono solo le tradizioni del nostro Paese, cioè le procession­i della Settimana Santa e del Corpus Domini, le quarantore, i cammini di arcangeli e pellegrini, feste notissime come quelle di Santa Rosa a Viterbo e dei Ceri a Gubbio. Un film italiano, Amazonia, la loma santa, racconta le procession­i di San Ignacio de Moxos, in Bolivia, dove i miti locali incrociano l’evangelizz­azione del fondatore della città, Ignazio di Loyola. Non solo. La selezione va oltre la fede cattolica: Brothers in Buddha è un film su un ragazzo canadese che diventa buddista.

Sabato è stato proiettato anche Dio è donna e si chiama Petrunya della nord-macedone Teona Mitevska e che due anni fa ha vinto il premio Lux dell’europarlam­ento. È la storia di una donna che partecipa a una gara riservata a soli uomini nel giorno dell’epifania ortodossa, che cade il 19 gennaio: la corsa per recuperare la “santa croce” che un prete getta in un lago o in fiume. Chi prende la croce dovrebbe avere fortuna per un anno.

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