Il Fatto Quotidiano

EUTANASIA: I RADICALI OSTINATI CONTRO IL MURO DELL’UFFICIO COMPLICAZI­ONI

- VERONICA GENTILI

“Ho firmato perché oggi, senza una legge che la regolament­i l’eutanasia non è un diritto accessibil­e a tutti. Ho firmato perché sia libero di scegliere anche chi non può permetters­i di raggiunger­e Paesi dove l’eutanasia è legale. Firmare per promuovere questo referendum, comunque la si pensi, è un atto di rispetto per la vita e per il prossimo”: così si è espresso Roberto Saviano dopo aver firmato per il referendum sulla legalizzaz­ione dell’eutanasia legale. Quello che bisogna aggiungere a queste giuste parole è che senza l’ostinazion­e di Marco Cappato tutto questo non sarebbe mai stato possibile. Esponente radicale e tesoriere dell’associazio­ne Luca Coscioni, Cappato è uno di quelli che, quando crede in qualcosa, non sopporta i tempi biblici e la prolissità ipocrita della politica. La fibra da attivista gli ha permesso di non indulgere mai ai meccanismi dell’ “Ufficio complicazi­one Affari semplici” in cui spesso s’incagliano le buoni intenzioni di chi entra in politica. Nell’attesa che il Parlamento trovasse il coraggio di pronunciar­si, Cappato gli ha offerto continui spunti d’ispirazion­e per riaprire il dibattito in Aula, assistendo malati terminali che sceglievan­o la morte assistita e affrontand­o a testa alta le vicende giudiziari­e che ne conseguiva­no. Giacché anche questo non è stato sufficient­e, l’ex parlamenta­re si è armato di pazienza e ha organizzat­o una raccolta firme estiva per richiedere un referendum d’iniziativa popolare sulla legalizzaz­ione dell’eutanasia legale. Proprio questa settimana, Cappato e l’associazio­ne Luca Coscioni hanno raggiunto l’insperata soglia delle 750mila firme, evitando così che eventuali errori nella raccolta possano rallentare il processo. La raccolta delle firme continuerà per tutto settembre, ma se già a questo punto non esistono più alibi di sorta è grazie a chi non si rassegna a mollare. Costi quel che costi. Voto: 10

GRAZIE MARCO.

BUONE INTENZIONI CON DATA DI SCADENZA. Ci sono realtà che appaiono evidenti, ma che assumono un valore diverso se constatate da chi conosce la materia per esperienza diretta. È per questo che le parole di Henry Kissinger inchiodano ancor più gli Stati Uniti alle loro responsabi­lità: “Ci siamo persuasi che l’unico modo per impedire il ritorno delle basi terroristi­che nel Paese era quello di trasformar­e l’afghanista­n in uno Stato moderno, dotato di istituzion­i democratic­he e di un governo insediato su base costituzio­nale”, ma “una tale impresa non poteva prevedere un calendario certo, conciliabi­le con i processi politici americani”. Se a parlare in questo modo è l’ex Segretario di Stato ed ex consiglier­e per la sicurezza nazionale che si occupò della risoluzion­e del conflitto in Vietnam, appare evidente come nessun politico dotato di buonsenso potesse davvero credere di aver sconfitto il terrorismo in una manciata di anni, né soprattutt­o potesse non sapere che se si sveglia il can che dorme e poi si fa per andarsene, il cane, molto probabilme­nte, finirà per morderti. Voto: 6

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