Trasporti, scatta il Green Pass: proteste e assalti
Una raffica di pugni a un giornalista davanti al ministero dell’is truzione a Trastevere, dove manifestavano i precari della scuola che non vogliono il green pass. Francesco Giovannetti, videomaker per i siti del gruppo Gedi, è finito al pronto soccorso in ambulanza, mentre la polizia ha fermato un 57enne con precedenti vari e armi in casa. “Mi ha detto ‘ti taglio la gola se non te ne vai’, ho chiesto se mi stava minacciando e ha cominciato a colpirmi”, ha detto Giovannetti.
È il terzo caso in pochi giorni. I giornalisti che seguono no vax, no green passe proteste varie contro quella che chiamano “dittatura sanitaria” rischiano di farsi male anche domani, nel giorno in cui il certificato verde diventa obbligatorio anche per lavorare a scuola e per prendere aerei, treni e navi e chi lo contesta promuove blocchi ferroviari in 55 stazioni di tutta Italia, a partire dalle 14,30: “Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? Allora non partirà nessuno!”, scrivono sulla chat di Telegram intitolata “basta dittatura”, con una svastica incorniciata in un segnale di divieto anche se poi in queste piazze chi grida al nazismo sanitario o equipara il green pass alle leggi razziali del 1938 si ritrova accanto a chi inneggia, se non al Terzo Reich, almeno al “fascismo del XXI secolo ”, per dirla con una t-shirt indossata da simpatizzanti di Forza nuova. Sono in pericolo anche imedici identificati con la campagna vaccinale: a Genova il professor Matteo Bassetti, l’infettivologo che mesi fa piaceva alle destre contrarie al lockdown e oggi ostili ai vaccini, è stato minacciato e insultato sotto casa. È stato denunciato un 46enne. Bassetti come Fabrizio Pregliasco, virologo della Statale di Milano, sono anche bersagliati al telefono da quando i loro numeri sono finiti sul canale Telegram degli arrabbiati. Il fatto quoti di ano.it ha rimediatola sua parte di insulti per aver pubblicato un’articolata panoramica dei contenuti della chat, riferendo anche di minacce a politici a partire dal ministro Roberto Speranza e degli indirizzi di casa di altri medici messi a disposizione di chi vuole insolentirli o peggio.
È UN’AREA magmatica che mette in difficoltà la polizia, costretta a seguirne le evoluzioni su Telegram. Non si capisce chi comanda, si vedono insieme soggetti che non ti aspetteresti mai. Come a Milano, dove domenica c'è stato l’assalto al gazebo dei Cinquestelle. Fra i circa tremila no vax c’erano le destre estreme di Forza Nuova e Lealtà e Azione, facce note delle curve di Inter e Milan, ma anche personaggi un tempo vicini alle Brigate rosse e anarchici duri e puri, mentre mancavano i settori più consistenti dell'antagonismo e dei centri sociali.
Non è facile capire dove possono andare, la lista delle 55 stazioni può essere uno specchietto per le allodole, da Agropoli a Villa San Giovanni pasando per Roma Tiburtina “davanti alimentari Pam”, Milano Porta Garibaldi, Torino Porta Nuova, Napoli Piazza Garibaldi. Nessun preavviso alle questure, si firmano “Popolo, Autogestito, Pacifico” e per il 6 settembre annunciano uno “sciopero generale”. Già da oggi ci saranno controlli nelle stazioni. Sulla chat sono in 40 mila ma al Viminale non si aspettano assalti di migliaia di persone. Anche qualche centinaio o qualche decina di persone, specie se decise a cercare lo scontro, l’incidente o la manganellata, possono creare problemi se davvero vorran
no entrare nelle stazioni. Si temono peraltro iniziative a sorpresa, compresi possibili atti di sabotaggio alla rete ferroviaria che fanno parte del repertorio di alcuni dei gruppi coinvolti, affezionati a una certa estetica del gesto esemplare. E c’è il rischio che le aggressioni a giornalisti e medici possano provocare danni più gravi di quelli registrati finora. Il ministro dell’interno Luciana Lamorgese ha convocato il coordinamento che si occupa delle minacce ai cronisti, problema antico su cui si mobilita il sindacato di categoria.