FDI, la furbata del “Secolo” pagato con i soldi pubblici
È la stampa, bellezza? Dal 2017 la legge esclude contributi ai quotidiani di partito. Ma lo statuto è stato “pulito” cancellando “organo politico di AN” Così è tutto “a posto”...
■ Dal 2017 la legge esclude contributi agli organi di partito. Lo statuto ripulito cancellando “organo politico di An”. La Meloni: “Sono in aspettativa, niente doppia pensione”
Una legge del 2017 a pprovata ai tempi di Renzi e Gentiloni, vieta allo Stato di dare soldi ai giornali dei movimenti politici. Il Secolo d’italia, che ha nel suo organico come giornalista in aspettativa parlamentare Giorgia Meloni, ha continuato a incassare il contributo anche se è edito da una società che nel suo statuto fino al maggio 2019 proclamava di pubblicare ‘ un organo di movimento politico’. La società editrice Secolo d’italia Srl è di proprietà al 100% della Fondazione Alleanza Nazionale, erede del patrimonio immobiliare e del giornale dell’omonimo partito. An non si presenta da tempo alle elezioni quando nel suo statuto la Srl dichiara che Il Se
colo d’italia è “organo del movimento politico Alleanza Nazionale”. Questo fino al maggio 2019 quando la clausola dell’organo sparisce.
La legge del 2017, per come è stata scritta (“Non possono accedere al contributo le imprese editrici di organi di informazione dei partiti, dei movimenti politici...”), sembrerebbe tagliare fuori la Secolo d’italia Srl fino a quella data. Eppure il giornale ha continuato a incassare i contributi: 780 mila euro nel 2018 e 935 mila euro nel 2019 più un anticipo di 467 mila euro per il 2020, poi arriverà il conguaglio.
Solo il 15 maggio 2019 l’assemblea della Srl mette all’ordine del giorno il tema. All’assemblea quel giorno ci sono tre persone, tutte di Fratelli d’italia: il presidente del consiglio di amministrazione Filippo Milone (membro della commissione di disciplina di FDI); l’amministratore delegato Antonio Giordano (vicesegretario amministrativo di FDI), e il deputato di FDI Tommaso Foti, che interviene come rappresentante dell’unico socio, la Fondazione Alleanza Nazionale.
“NON C’È CONTINUITÀ TRA AN E FDI”: MA CARTA CANTA...
Ovviamente sono tutti d’accordo anche perché la modifica allo Statuto mette le carte a posto, anche se in ritardo di un anno e mezzo. Il presidente della società, Filippo Milone, già sottosegretario alla difesa del governo Monti, ci dice: “Il
Secolo d’italia anche prima della modifica dello Statuto non era organo politico di AN perché quel partito non esisteva più. C’è la Fondazione che è una cosa diversa. Quindi Il Se
colo è di una Fondazione e non c’è continuità tra An e Fratelli d’italia, il primo partito non esiste più e il secondo esiste da pochi anni”.
La tesi di Milone però prova troppo: la scelta di An di confluire nel Pdl nel 2009 non ha impedito al Secolo di prendere i contributi in passato. Inoltre una certa continuità tra An e FDI ci deve essere se il 4 ottobre 2015 l’assemblea della Fondazione An ha approvato questa mozione: “Solo il movimento politico Fratelli d’italia si richiama esplicitamente alla storia e ai valori della destra politica incarnata da Alleanza Naz ionale ”. Quel giorno la Fondazione concede l’uso del