• Gismondo Vaccinare i fragili
L’EUROPEAN Centre for Disease Prevention and Control, agenzia europea per il controllo delle malattie, ha pubblicato un interessante documento, Considerazioni provvisorie sulla salute pubblica per la vaccinazione contro il Covid-19 degli adolescenti nell’ue/see”, in cui fornisce una serie di considerazioni (provvisorie) sulla salute pubblica per supportare le autorità sanitarie dell’ue nel prendere decisioni sulla somministrazione di vaccini Covid-19 agli adolescenti dai 12 ai 18 anni. Il focus è polarizzato sul potenziale impatto complessivo delle campagne vaccinali sulla salute pubblica, piuttosto che sui benefici e sui rischi individuali. Viene proposta una chiara sintesi, articolata in otto punti (key messages). Il primo messaggio è quello che la vaccinazione degli adolescenti ad alto rischio di Covid-19 grave dovrebbe essere considerata una priorità. Sappiamo che purtroppo molti Paesi europei non lo hanno ancora tenuto in considerazione. I dati raccolti dall’iss relativi ai decessi da Covid sono molto chiari. In tutte le fasce d’età, comprese quella under 20, la comorbilità (presenza di altre patologie) è determinante. I benefici diretti individuali della vaccinazione contro il Covid-19 negli adolescenti sono limitati rispetto ai gruppi di età più avanzata. Dato il ridotto rapporto rischio/beneficio degli adolescenti rispetto ai gruppi di età più avanzata, prima di prendere di mira questo gruppo di età deve essere data un’attenta considerazione della situazione epidemiologica e dell’assunzione del vaccino nei gruppi di età più avanzata. Le questioni di equità relative alla disponibilità e all’accesso ai vaccini devono essere considerate attentamente quando si decide di estendere la vaccinazione Covid-19 a gruppi con un rischio individuale inferiore di malattia grave. Queste importanti precisazioni si aggiungono a quanto già raccomandato da Soumya Swaminathan dell’oms, durante una recente conferenza stampa. Al momento non bisogna sprecare dosi di vaccino. Non è il caso né di somministrare una terza dose (per la quale peraltro mancano dati scientifici), né vaccinare gli adolescenti che, al momento (escluso i fragili) hanno un rischio quasi nullo di essere colpiti dalla malattia severa. Pandemia è il coinvolgimento di un’infezione di tutti i Paesi al mondo e si risolve solo con una “pan-soluzione. Cosa fanno gli altri Paesi? Ordine sparso, come sempre. Francia apripista, Germania contraria sotto i 17 anni, altri titubanti.