Il Fatto Quotidiano

IL BOLLETTINO DI LUNEDÌ 30 AGOSTO

- » Alessandro Mantovani e Natascia Ronchetti

Ci ha già provato, per un breve periodo, la Regione Lombardia coinvolgen­do due scuole per ogni azienda sanitaria, alla fine dello scorso anno scolastico. Una sperimenta­zione, con test salivari molecolari, che ha riguardato 3.617 bambini dalle materne alle medie, fino a 12 anni di età, su base volontaria, su un totale di 6.201 ai quali è stata offerta la possibilit­à di aderire. Una campagna di screening contro il Covid-19, un monitoragg­io a campione che nelle prossime settimane dovrebbe partire a livello nazionale, in tutte le Regioni. Su una popolazion­e scolastica tra i 6 e i 14 anni di oltre 4,2 milioni tra bimbi e ragazzi, dovrebbe consentire di monitorare con i test salivari, ogni mese, un campione di più di 100 mila alunni delle primarie e delle secondarie di primo grado. Anche in questo caso l’adesione sarà volontaria. Saranno le Regioni stesse a individuar­e le scuole “sentinella” da tenere sotto osservazio­ne per monitorare l’infezione. Il piano è stato messo a punto dall’istituto superiore di Sanità e dalla struttura commissari­ale del generale Francesco Paolo Figliuolo, insieme al ministero della Salute e a esperti delle Università di Pavia, Padova e Milano.

Non tutte le Regioni, però, potrebbero procedere allo stesso ritmo, data la quantità di test da processare, che si aggiungono ai tamponi che già vengono eseguiti quotidiana­mente.

Per questo, inizialmen­te, ministero della Salute e Iss non erano favorevoli. Peraltro, almeno fino al via libera dell ’Ecdc (il Centro europeo di controllo delle malattie), alla Salute solo Pierpaolo Sileri puntava sui salivari, ritenuti poco precisi da altri. “Nessuno fino ad ora ha sollevato obiezioni ma se ci fossero difficoltà e ritardi ci confronter­emo con Figliuolo”, dice Raffaele Donini, assessore alla Salute dell’emilia-romagna e coordinato­re della commission­e Sanità della Conferenza delle Regioni. Ai governator­i il piano è stato presentato da Figliuolo, che ha già chiesto di individuar­e i fabbisogni per poter assicurare la fornitura dei test salivari molecolari. Sul mercato oggi ci sono due modelli: lollispong­e e salivette. Ma quest’ultimo potrebbe essere scartato, perché nei bimbi più piccoli si sono verificati casi di ingestione ac

cidentale del roll di cotone.

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ENTRAMBI PERÒ sono facili da somministr­are, conservare e trasportar­e. Per questo dovrebbero essere coinvolti in prima persona i genitori. Nei primi due mesi, per rodare la macchina, i campioni saranno raccolti, nelle scuole, da personale sanitario delle Asl e della Difesa. Poi entreranno in gioco le famiglie, dopo una breve formazione. In base alla prima bozza del piano, i genitori dovranno firmare il consenso, eseguire i test sui bambini e portare i campioni a scuola, dove sarà individuat­o un responsabi­le della raccolta e dell’invio ai laboratori.

L’iss ha calcolato che per avere un campione mensile di oltre 100 mila alunni (109.342, per la precisione, testati ogni 15 giorni) sarà necessario individuar­e oltre 182 mila alunni, ipotizzand­o un’adesione del 60%. Tra le Regioni c’è chi è già pronto. Il Lazio, cui sono stati assegnati 17 mila test salivari, vorrebbe raddoppiar­li con risorse proprie. Pronta anche la Campania, dove dovrebbero essere coinvolti 20 mila studenti al mese, mentre in Emilia-romagna saranno 8 mila. Le scuole, su base provincial­e, saranno individuat­e secondo tre criteri: la rappresent­atività del territorio, la percentual­e stimata di adesione, la fattibilit­à logistica della campagna.

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