Contro Moro Hanno forzato le sue parole. Il problema concerti è reale
CARO FATTO, sul web ho notato un scontro fra un’altra testata e Fabrizio Moro. Tutto nato dall’intervista da voi pubblicata, o sbaglio?
CARA GINEVRA, a volte rispettabili testate, nelle quali militano colleghi eccellenti, si dedicano al “traino” dell’operato altrui, forzando concetti e titolazioni per produrre il massimo della visibilità con il minimo sforzo. Il polverone è scaturito dall’intervista rilasciata al “Fatto” da Fabrizio Moro (che ha confermato la correttezza del nostro resoconto). Il nucleo delle sue dichiarazioni riguardava la mancanza di regole chiare per la musica dal vivo: in questo momento critico ogni artista potrebbe essere tentato di organizzarsi come meglio crede, con il rischio di assembramenti per concerti anche a sorpresa. La filiera – questo il suo pensiero – è stata messa a dura prova da due anni di restrizioni, mentre in altri casi, vedi gli stadi per il calcio, non sembra esservi altrettanto rigore istituzionale. Nel colloquio con il “Fatto”, Moro non ha citato alcun performer. Su “Leggo” hanno ripreso il nostro articolo titolando invece “Moro contro Salmo”. Da qui la decisa replica via social del cantautore, che ha riprodotto il post incriminato barrato da una croce, sottolineando la strumentalizzazione delle proprie parole. I vertici di “Leggo” hanno a sua volta replicato in maniera risentita al musicista, tirandone in ballo la vita e i presunti insuccessi.
Fine del duello? Macché. Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza Rai in quota Italia Viva ha invocato l’intervento dell’ordine dei Giornalisti per tutelare “Leggo” dalla “tempesta di odio” innescata da Moro. Anzaldi ha pure azzardato una mirabile chiosa: “E il Movimento 5 Stelle, di cui Moro è stato pubblico sostenitore anche con una serata organizzata in campagna elettorale, non ha nulla da dire? Di Maio, Di Battista, Conte che pensano degli insulti al lavoro dei cronisti di ‘Leggo’?”. Ecco: visto che si tira in ballo l’ordine, “il lavoro dei cronisti” dovrebbe consistere in questo: se vedo dichiarazioni interessanti pubblicate altrove chiamo il personaggio invitandolo ad approfondire. Altrimenti è come sedersi da imbucati a una tavola già imbandita e fare gozzoviglie, battendo le posate per farsi notare.