Lombardia, sangue “low cost” all’humanitas L’anticorruzione censura l’ospedale S. Paolo
Sacche di sangue vendute da un ospedale pubblico – la Asst Santi Paolo e Carlo di Milano – a uno privato – il Gruppo Humanitas –, con sconti dal 15 al 20%. Un mercanteggiamento al ribasso vietato dalle norme che, se confermato, “determinerebbe un potenziale danno erariale per l’asst di 1.174.050,48 euro”. È l’accusa mossa ai vertici dei due grandi ospedali milanesi da Regione Lombardia e contenuta nella relazione confezionata dall’anticorruzione del Pirellone. Un’indagine iniziata nel 2019 e chiusa il 25 marzo 2021, che il Fatto ha visionato in anteprima. Non solo, un altro potenziale danno erariale, si legge sempre nella relazione, potrebbe essere stato causato dall’infinita serie di appalti per uniformare il sistema informatico dei due ospedali. Un sistema strapagato (almeno 18 milioni, ma sulla cifra totale non vi è certezza) a causa di licenze mai attivate, appalti duplicati, affidamenti senza gara, lavoratori impiegati senza contratto, ritardi e inefficienze, che ha determinato “un disservizio ai cittadini, difficoltà gestionali dell’amministrazione e, soprattutto, una significativa perdita economica per l’azienda”. Ma la questione più spinosa, per l’anticorruzione regionale, è quella del mercimonio degli emoderivati che risulta dall’analisi degli accordi tra Asst e Humanitas sottoscritti tra il 2014 e il 2018. Accordi fotocopia, che prevedevano “una riduzione delle spese generali dal 20 al 15% (...) a fronte di pagamento anticipato mensile pari all’80% dell’importo medio della fattura, e saldo trimestrale”. Un contratto che assicurava al San Paolo ricavi sicuri per circa 3,6 milioni l’anno, a fronte di incassi per oltre 10 milioni. Gli ispettori si sono concentrati sull’ultima convenzione, la n. 1473 del 3 ottobre 2018: valeva 10.875.000, scadeva il 31 gennaio 2020 e prevedeva lo sconto. Che però il San Paolo non avrebbe potuto fare. Cinque mesi prima (il 7 maggio 2018), infatti, il Pirellone aveva emanato una Dgr che fissava il costo non derogabile degli emoderivati a 50 euro a sacca. Invece i vertici del San Paolo derogano. Così partono gli esposti ad Arac e Corte dei Conti, che spingono il d.g. dell’ospedale, Matteo Stocco, il 12 febbraio 2020, a chiedere a Humanitas di restituire i soldi mancanti, 321.386 euro per il 2018, 363.660 per il 2019. Humanitas però risponde picche, perché ha un contratto firmato in mano. A fare luce sulla vicenda ci penseranno, molto probabilmente, Procura della Repubblica e Corte dei conti, ai quali Regione Lombardia ha inviato tutti gli atti.